Sul Fatto di domani capiremo come sarà andato il Consiglio dei Ministri di questa sera, che si annuncia lungo e non per forza risolutivo sul caso Autostrade. Andremo però a raccontare anche tutte le manovre di disturbo al premier Conte (e alla sua volontà di estromettere Atlantia) apparse sui “giornaloni”, che negli ultimi anni dai Benetton hanno ricevuto benefit e sponsorizzazioni. E sempre a proposito di stampa “amica”, registreremo l’endorsement per Berlusconi dell’ex nemico Carlo De Benedetti (prossimo editore di Domani) e il definitivo tramonto dell’un tempo schierata Repubblica del neo direttore Maurizio Molinari. La volontà di far resuscitare l’ex cavaliere sarà anche al centro di un’ampia lettura di Barbara Spinelli nella sezione Radar. A proposito di Covid, invece, analizzeremo il comportamento dell’Europa, che come sempre si è mossa male e in ordine sparso. Andremo, infine, negli Stati Uniti, dove è attesa in serata la deposizione davanti alla Corte di Ghislaine Maxwell, arrestata la settimana scorsa con l’accusa di essere complice di Jeffrey Epstein.
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Oltre l’edicola, gli articoli di Un Fatto in più. E se ve le siete perse, ecco le notizie della giornata.
In un’intervista al Foglio, l’ex editore di Repubblica che a settembre sarà in edicola con Domani, fa un vero e proprio endorsement per l’ex cavaliere “accompagnato dal benservito a Conte che rappresenta il vuoto pneumatico”. Esulta addirittura Libero. “Se si tratta di isolare Salvini e Meloni – ha dichiarato ancora – trangugio anche Berlusconi al governo con la sinistra”. Eppure B. e CDB erano nemici giurati, come dimostra la guerra di Segrate finita nel 2013.
Il ministro della Salute alla Camera: “Misure di contenimento da prorogare fino al 31 luglio, ma ancora nessuna decisione è stata presa”. Restano dunque in vigore le norme anti-assembramento. “La partita più importante – ha detto Speranza – si giocherà nelle scuole”.
I dati della Protezione civile: 114 nuovi positivi, 17 le vittime.
Otto arresti, 27 indagati, beni sequestrati per un valore di 7,5 milioni di euro, perquisizioni in sette regioni: è il frutto di un’operazione della Dda di Milano, stando alla quale la ‘ndrangheta avrebbe messo le mani sui contributi pubblici a fondo perduto stanziati per l’emergenza Coronavirus. Tra le accuse: associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta.
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