Sul Fatto di domani sarà ancora ampio lo spazio dedicato al Covid, dopo i numeri preoccupanti di oggi. Due le regioni che non riescono ad arginare il virus, Lombardia e Campania, e cercheremo di capire perché. E in questa fase dobbiamo registrare anche la volontà di molti medici, spaventati, di andare in pensione anticipata.
Le pagine di Politica si occuperanno dell’ultimo ricatto alla maggioranza da parte dei renziani, che hanno fatto slittare il ddl sul voto ai 18enni chiedendo in cambio un’intesa sulla legge elettorale. C’è poi ancora la questione tutta aperta delle candidature per il Campidoglio, con i giornaloni che ripetono a gran voce il nome di Calenda, l’uomo del fare… praticamente nulla.
Il nostro Focus sarà dedicato alla fine del blocco dei licenziamenti a fine anno, voluto fortemente da Confindustria e da alcuni ministri, che avrebbe però delle ripercussioni drammatiche sulle famiglie, già provate dalla pandemia.
Gli Esteri torneranno negli Stati Uniti, per raccontarvi che il primo dibattito virtuale – come quello tra Trump e Biden – fu tra Kennedy e Nixon, con quest’ultimo beccato a leggere dagli appunti. Nel Secondo Tempo, invece, Tomaso Montanari ci tratteggerà la figura di Fernanda Wittgens, la prima donna a dirigere un museo statale italiano.
Oltre l’edicola, gli articoli di Un Fatto in più. E se ve le siete perse, ecco le notizie della giornata.
Sono 8.804 i nuovi casi di coronavirus in Italia a fronte di 162mila tamponi processati. Soprattutto, si registra un raddoppio dei deceduti (83) rispetto a ieri, un aumento di ricoveri nei reparti Covid (+326) e nelle terapie intensive (+40). La Lombardia fa registrare 2.067 positività. Gallera: “Ospedale fiera? Se sarà necessario troveremo il personale”. La curva si impenna anche in Campania e Piemonte, rispettivamente 1.127 e 1.033 contagi. Visto l’aumento nell’ultima settimana (7-13 ottobre) del 40% dei ricoveri, il Gimbe sostiene: “Integrare le misure del Dpcm con lockdown mirati”.
Jole Santelli, la malattia taciuta per la politica era diventata un pettegolezzo
di Antonello Caporale
La questione è così intima ma anche così pubblica. Perché della malattia di Jole Santelli tutta la Calabria sapeva al punto che i giudizi (o le illazioni) sul decorso, sulla capacità di concludere il mandato e anche sull’effetto elettorale che la sua condizione avrebbe autorizzato a preventivare, il carico emotivo imposto da una candidatura di una donna, per di più in lotta contro il cancro, si sprecavano. In Italia non siamo abituati a valutare né a giudicare e nemmeno a commentare ciò che invece negli Usa, specialmente lì, è prassi consolidata. La stampa si occupa della salute di chi ricopre ruoli di rilievo e la salute, come anche l’età, sono elementi scriminanti che agevolano o fermano la corsa. Talmente lontani da quel mondo che la questione, davvero essenziale per il buon funzionamento degli organi elettivi, da noi si deposita nel passaparola, nel pettegolezzo a volte malevolo o compassionevole.
E infatti durante la campagna elettorale di gennaio l’opposizione non ha mai posto pubblicamente il problema, presumo per il timore di provocare l’effetto boomerang e aggiungere alla forza elettorale della candidata anche quel lascito di simpatia che le sarebbe derivato da una contestazione di tipo sanitario.
Quando intervistai la Santelli, seduti su una panchina del corso principale di Cosenza, la sua città, le chiesi conto. Mi rispose – interrompendosi per i colpi di tosse e il fiato che già purtroppo mancava – con decisa, appassionata sicurezza: il suo oncologo le aveva dato l’ok. Tanto bastò per cambiare discorso. Eppure, forse, quel discorso da domani dovrebbe esserci più presente, perché attiene non solo alla legittimità di una scelta personale ma alla tutela del valore collettivo dell’ufficio pubblico.
Accordi&Disaccordi, domani alle 22.45 su Nove il programma di Andrea Scanzi e Luca Sommi, con la partecipazione di Marco Travaglio. Ospite della puntata: Luigi Di Maio
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