Sul Fatto di domani torneremo a occuparci dei fondi della Lega, dopo il fermo di ieri, e in particolare cercheremo di capire come funziona la Lombardia Film Commission. Mes, Recovery Fund e l’esito incerto di questa difficile due-giorni di vertice europeo saranno al centro delle pagine economiche: le posizioni a Bruxelles restano molto distanti. Ospiteremo anche un’intervista al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, che tyornerà anche sul tema Autostrade. Parleremo dei palinsesti Rai, con un commento di Gad Lerner. Negli esteri l’allerta per la risalita dei contagi da coronavirus che sta creando allarme in Francia, mentre sta costando caro in termini di consenso al premier israeliano Netanyahu. Nel Secondo Tempo, Luca Sommi ci racconterà di Villa Verdi, nel piacentino, che rischia di chiudere perché mancano i soldi per ristrutturarla. E poi gli appuntamenti di Che c’è di bello con cinema, serie tv, libri e arte.
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Oltre l’edicola, gli articoli di Un Fatto in più. E se ve le siete perse, ecco le notizie della giornata.
Il pg della Cassazione Giovanni Salvi ha elencato i capi di incolpazione contestati al pm, in vista del procedimento disciplinare che prenderà il via il 21 luglio: “Un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei colleghi che avevano presentato domanda per il conferimento dell’ufficio direttivo di procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma”. Nel caso di Creazzo, invece, Palamara avrebbe messo in atto una strategia di “danneggiamento per esigenze di Luca Lotti”. La Procura di Perugia ad aprile aveva chiuso le indagini per corruzione.
Il fondatore del M5S telefona a Crimi per confermare l’appoggio al candidato giornalista del Fatto, che sfiderà Giovanni Toti. In mattinata era stato lo stesso Crimi a fugare i dubbi rispetto a un ipotetico no di Di Maio. Qui trovate la lettera con cui Ferruccio Sansa spiega ai lettori la scelta di candidarsi.
Parte in salita il Consiglio europeo straordinario, riunito a Bruxelles da questa mattina per cercare un accordo sul bilancio comunitario e sul Recovery Fund. I Paesi cosiddetti “frugali” non arretrano di un millimetro e agitano lo spauracchio del rinvio, mentre i Paesi mediterranei e la Germania – che con la Francia ha un ruolo di mediazione – vogliono chiudere al più presto. Scontro tra Conte e il primo ministro olandese Rutte, secondo cui “ci sono meno del 50% di possibilità di raggiungere un accordo”. La replica del nostro premier: “Le proposte olandesi incompatibili con i trattati”. Per Macron è in “gioco il nostro progetto europeo”. Tutti i nodi sul tavolo.
I dati della Protezione civile: 233 nuovi casi, 11 morti.
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