Sul Fatto di domani in primo piano la politica con il resoconto del vertice dei ministri tenutosi d’urgenza la notte scorsa e le sue evoluzioni di giornata alla luce del nuovo dpcm che Conte illustrerà domani, ma di cui sul web già impazzano i meme. In Campania, intanto, mamme e autisti di autobus protestano contro la decisione del governatore De Luca di chiudere le scuole visto l’aumento di positivi registrato.
Tenendo conto dei nuovi contagi, spiegheremo le differenze numeriche tra prima e seconda ondata Covid; e ci occuperemo inoltre di monitorare lo stato di salute delle terapie intensive e rianimazioni negli ospedali con un’intervista al professor Massimo Antonelli del policlinico Gemelli di Roma.
L’Economia affronterà l’aspetto, tutt’altro che marginale nelle gradi città, del trasporto pubblico e quanto sia realizzabile l’utilizzo degli autobus turistici, oltre ad analizzare le misure del governo a beneficio del commercio e delle famiglie.
Nella sezione Focus vedremo che fine ha fatto Steve Bannon, fondatore di “The Movement”, l’organizzazione per promuovere il nazionalismo economico e il populismo di destra.
Nelle pagine di Esteri, torneremo in Francia per occuparci degli sviluppi sull’omicidio del professore della periferia parigina che aveva mostrato in classe le vignette satiriche di Charlie Hebdo con un articolo del giornalista proprio del settimanale Yannick Haenel.
La sezione Radar ospiterà un racconto dello scrittore Andrea Vitali e, infine, l’intervista domenicale del Secondo Tempo vedrà protagonista l’attore Dario Cassini.
Il dato di oggi è di 10.925 nuovi casi con 165.837 test effettuati e 47 i decessi. Aumentano ancora i ricoveri: + 439 le persone ospedalizzate, +67 quelle in terapia intensiva. Tra le Regioni, il picco maggiore è ancora una volta in Lombardia, con 2.664 nuovi casi, che sta attuando nuove ordinanze sulla movida e sulla scuola. Segue la Campania (1.410 positivi), che insieme ad altre regioni procede a passo lento nel piano sanitario. Il governo si avvia a una nuova stretta: si valutano palestre, no a stop parrucchieri. Speranza: “Ristoro per attività chiuse”.
I ribelli del calcetto: ecco la app per fregare il dpcm
di Lorenzo Giarelli
Ogni legge, stando a un vecchio adagio, lascia margine a un inganno tutto da trovare. A volte la ricerca non è neanche così ardua, ma è il buon senso che dovrebbe suggerire di lasciar perdere. In piena pandemia, per dirne una, forse si potrebbe fare a meno di giocare a calcetto con degli sconosciuti contattati via app, o almeno questa era la ratio del dpcm emanato a inizio settimana per vietare gli sport di contatto e quindi potenziali focolai. In realtà i calcetti, nonostante il decreto, non si sono mai fermati davvero. Tutto sta nel sapere dove cercarli.
Da qualche anno è molto diffusa la app “Fubles”, una piattaforma che consente ai gestori dei centri sportivi di mettere i propri campi a disposizione per le prenotazioni online, mentre chiunque può iscriversi e cercare partite nella sua zona per un certo giorno. Il sistema è diffuso soprattutto a Milano e Roma e ha preso piede perché permette soprattutto ai fuori sede o a chi arriva in città da solo (magari per studio o lavoro) di trovare nove, tredici o quindici compagni di gioco per una partita. Lo spirito è quello di iscriversi con altri sconosciuti lupi solitari, dato che non si conoscono abbastanza persone per organizzare da soli una sfida.
Coi tempi che corrono, si potrebbe pensare che un simile sistema – in cui neanche si sa con chi si gioca – sia il primo a saltare, a maggior ragione dopo un dpcm che limita gli sport a contatto. E invece non è così: parecchi gestori adesso scrivono sulla app che basta arrivare al campo dieci minuti prima della partita e regolarizzare la propria presenza. In che modo? Il dpcm ha sì limitato i calcetti, ma ha dato il via libera a quelli gestiti “dalle associazioni e società dilettantistiche”. In pratica basta che i giocatori siano iscritti a un ente come Uisp, Aics o a qualsiasi altro che si occupa di sport e la partita si può fare, anche se poi le suddette associazioni non c’entrano nulla con l’organizzazione della sfida. Tanto è vero che a Roma un gestore del campo precisa: “Se non siete soci Csen potete farlo direttamente al campo, pagando 5 euro aggiuntivi”. La procedura è proprio questa: è sufficiente arrivare dieci minuti prima al campo, si firmano quattro fogli, si paga e ci si ritrova tesserati di un’associazione. Via libera per giocare.
Nulla di illegale, tanto è vero che è la stessa app a pubblicizzare la pratica online: “Per tesserarsi è sufficiente un certificato medico per attività non agonistica (ma qui, a volte, si sorvola, ndr) e pagare la quota associativa. Vi suggeriamo di contattare il vostro centro sportivo di riferimento e chiedere maggiori informazioni in merito”. Un bel pericolo per chi aggira il decreto e gioca delle amichevoli in cui non sono quelle società ad aver pensato ai protocolli di sicurezza. La prassi a Milano è durata almeno cinque giorni, prima che – è notizia di queste ore – il governatore lombardo Attilio Fontana firmasse un’ordinanza per stroncare tout court – almeno nella sua Regione – gli sport di contatto. A meno che qualcuno non si inventi un nuovo stratagemma.
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