Sul Fatto di domani ancora in primo piano i risvolti politici dell’epidemia da coronavirus. Il governo oggi ha dato il via libera al decreto sui ristori (e vi racconteremo punto per punto quanti sono i soldi messi sul piatto e a chi andranno) e ha prorogato il blocco dei licenziamenti fino al 31 gennaio, ma dentro e attorno alla maggioranza non si respira un clima tranquillo: da un lato i giornaloni, che chiedono più o meno velatamente la testa di Conte, dall’altro la destra, che sembra soffiare sul fuoco delle proteste.
E, a proposito, il nostro Focus sarà dedicato alle piazze: cercheremo di capire chi sono quelli della “regia politica unica”, come li ha definiti il Viminale, e perché non sono stati intercettati prima che gli scontri si verificassero.
Da un punto di vista sanitario, il tema resta l’ipotetica – e auspicata da molti virologi – chiusura di Milano e Napoli, che si confermano centri di massima diffusione del virus. Andremo poi a verificare la possibilità che esista realmente la cosiddetta immunità di gregge, perché i dati del Nord Ovest potrebbero far ben sperare.
All’estero non sono messi meglio di noi da un punto di vista epidemiologico, ma nelle pagine di Zoom vi racconteremo come Germania e Spagna stiano decidendo di sostenere i redditi più bassi e quelli dei dipendenti della pubblica amministrazione.
Con la chiusura dei ristoranti e dei locali alle 18, restano comunque in Italia i nodi dei trasporti e della scuola. La ministra De Micheli sostiene che solo una minima percentuale della popolazione si contagia a bordo dei mezzi pubblici, ma lo studio cui si riferisce potrebbe non essere aggiornato. Così come la partenza della Didattica a distanza nelle scuole superiori non sta andando proprio come ci si auspicava.
Gli Esteri ci racconteranno perché Trump può ancora vincere le presidenziali americane e ospiteranno un intervento di Alessandro Di Battista su Erdogan e la sua guerra alla Francia.
Nella sezione Radar, Filippomaria Pontani si occuperà del Veneto, teatro non solo di contagi ma anche di mafie. Di seguito potete leggerne un’anticipazione.
Infine il Secondo Tempo, con la morte della fantascienza: se Tom Cruise girerà un film in orbita – con i soldi di Elon Musk – cosa resterà della fantasia galattica?
Dopo il lieve calo dei contagi registrato ieri per effetto del weekend (+17.012 in 24 ore con 124mila tamponi), il coronavirus torna a correre: sono 21.994 i nuovi casi a fronte di 174mila tamponi effettuati. Salgono anche i morti: sono 221, un numero che non si vedeva da metà maggio. Mentre i ricoveri sono +958 e 127 quelli in terapia intensiva. Boom di contagi in Campania (+2.761), Lombardia sempre sopra 5 mila. Intanto è stato approvato il decreto Ristori: ecco i rimborsi previsti per le varie categorie colpite dalla chiusura.
Veneto, il contagio sono i clan
di Filippomaria Pontani
Il Veneto che produce, e non si ferma. Nel pieno del lockdown, tra marzo e maggio, su 2700 imprese nate in Veneto oltre un terzo aveva ai vertici persone con precedenti per usura, riciclaggio, frode fiscale o mafia. Pochi mesi prima, il procuratore Bruno Cherchi aveva dichiarato che “esiste un sistema omertoso ormai diffuso nel mondo imprenditoriale veneto”, e che “il Veneto è un luogo di investimento dei proventi delle attività criminose”. Di “piena infiltrazione” per il Friuli-Venezia Giulia parlava nel 2019 il procuratore di Trieste Carlo Mastelloni. Sabato scorso sono stati messi i sigilli a diverse grosse aziende di logistica e di lavorazione del porfido nella valle dell’Adige, sospettate di inquinamento mafioso. Ma l’estate è stata anche più traumatica: il 3 giugno a Verona – provincia dove sin dal 2019 era acclarata la perniciosa presenza del clan Multari – l’operazione “Isola Scaligera” ha portato in manette l’ex presidente dell’azienda dei rifiuti, e indagato l’ex sindaco Flavio Tosi e altre decine di persone (15 i milioni confiscati) nell’àmbito dell’inchiesta su un sistema ramificato all’estero (Albania), guidato dalle ’ndrine ma gestito da un avvocato massone del Polesine. Il 15 luglio, poi, l’operazione “Taurus” ha visto 33 arresti e 100 avvisi di garanzia (e il sequestro di beni per 3 milioni di euro) per estorsione, usura, riciclaggio, fatture false, traffico di droga, furto, e associazione di stampo mafioso, tra Lazise, Sommacampagna e Villafranca: legami solidi con Gioia Tauro e con le famiglie calabresi, ma anche vistoso coinvolgimento di imprenditori e professionisti veronesi scesi a patti coi clan (salvo poi pentirsene) per il recupero crediti. E basta percorrere il territorio per rendersi conto che il business delle ecomafie non sembra perdere colpi nemmeno dopo inchieste giudiziarie a largo raggio come la famosa “Cassiopea”, peraltro finita nel 2011 con un’accorante prescrizione. Ne fanno fede i continui roghi di capannoni abbandonati e riempiti di rifiuti più o meno tossici: solo negli ultimi 12 mesi due incendi alla Futura srl di Montebello Vicentino e due alla SNUA di Aviano (gli ultimi il 12 e 18 settembre), un altro il 18 maggio a Sandrigo, per non parlare dei 46 episodi registrati e documentati dal 2009 al 2016 tra Zevio, Boara Polesine, Motta di Livenza… insomma ai quattro angoli della regione.
(continua a leggere sul giornale di domani)
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