Alzi la mano chi, maschio adolescente di ogni generazione, leggendo “Il battello ebbro” non abbia avuto l’impulso di mettersi a scrivere versi trasognati, diluendoli con ardite metafore, frutto di una vita percepita ribelle e maledetta. Recluso in un collegio del Mid-west nei Fifties, anche Edmund White subì il fascino dell’iconoclasta Rimbaud: attratto dall’improntitudine con cui […]