Il Cavaliere vincerà a mani basse non tanto per forza propria, quanto per debolezza altrui, cioè per l’incapacità degli avversari a opporgli un antagonista: Prodi, che potrebbe esserlo, non avrà il tempo di diventarlo anche perché non ci sembra che abbia la stoffa dello sprinter. La Voce, 23 febbraio 1995