IL FATTO

26 Febbraio 2010

Il Fado, quel canto lamentoso che Pessoa paragonava a una “saudade de pedra”, le era entrato nell’anima fin da bambina, quando, piccola venditrice ambulante di arance, lo ascoltava nei vicoli poveri di Lisbona, tra i chitarristi vagabondi del quartiere arabo dell’Alfama. La storia di Amália Rodrigues, la regina del Fado, era nata lì, nei barrios […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.