Gli strumenti di tortura? Sono “Made in Italy”

18 Marzo 2010

Ci sono anche cinque aziende italiane tra quelle che, secondo un rapporto di Amnesty International e di Omega research foundation intitolato “Dalle parole ai fatti”, sarebbero coinvolte nel commercio di strumenti di tortura, proibiti dalle norme comunitarie. Non solo. Ma “attrezzi” come congegni fissati alle pareti delle celle per immobilizzare i detenuti, serrapollici in metallo, […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.