L’intervento per il transessuale triestino Jasmine aveva assunto carattere d’urgenza per i problemi psichici manifestati. Non era dunque possibile attendere un posto in ospedale. Il rimborso però non è stato accettato nonostante la legge preveda la possibilità di ricorrere a strutture private quando quelle pubbliche non riescono ad erogare tempestivamente le prestazioni.