IL FATTO

18 Agosto 2010

“Scrivo: o Tu, abbi pietà. E poi? […] Non parole. Un gesto. Non scriverò più”. É il congedo di Pavese dalla vita e dalla scrittura, un unicum inscindibile, affidato, il 18 agosto 1950, all’ultima pagina del “Mestiere di vivere”. Quasi un conato di dolore, a nove giorni dalla notte buia all’Albergo Roma. Si chiude, con […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.