IL FATTO

18 Novembre 2010

Non poteva altro che morire così, Marcel Proust. In un’atmosfera di voluto contrappasso con la sua vita di raffinatezze. Recluso, in uno squallido meublé semibuio, rivestito di sughero e fumigante d’incensi, di rue Hamelin, ultimo domicilio parigino dopo mille irrequieti soggiorni in case dorate e in suite d’albergo. Nulla, della stanza dove alle quattro del […]

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