Non poteva altro che morire così, Marcel Proust. In un’atmosfera di voluto contrappasso con la sua vita di raffinatezze. Recluso, in uno squallido meublé semibuio, rivestito di sughero e fumigante d’incensi, di rue Hamelin, ultimo domicilio parigino dopo mille irrequieti soggiorni in case dorate e in suite d’albergo. Nulla, della stanza dove alle quattro del […]