PIPPO FAVA LE PAROLE IN FACCIA AI BOSS

27 anni fa l’omicidio del giornalista La rivoluzione dei suoi “Siciliani” Il 5 gennaio dell’ 84, fu ucciso a Catania Pippo Fava, direttore del mensile d’inchiesta “I Siciliani”. Sono circa le 22 quando il giornalista parcheggia la sua macchina vicino al teatro Stabile dove stava recitando la nipote Francesca, di appena 5 anni. Fava non arriverà mai a teatro, i killer della cosca di Nitto Santapaola gli sparano alla nuca. E ’ già morto, quando giunge all’ospedale Garibaldi, dove lavorava come medico la figlia Elena. Il pentito Maurizio Avola racconta che quella sera con lui c’erano Aldo Ercolano, Vincenzo Santapaola, Franco Giammuso e Marcello D’Agata. Ma ad essere condannati dalla Cassazione nel 2003, oltre allo stesso collaboratore, sono soltanto Ercolano, come organizzatore e Santapaola come mandante. Per la legge unico mandante, anche se resta il pesante sospetto che Santapaola non abbia ordinato quell’omicidio solo nel suo interesse. Avola non a caso ha definito il capomafia un “mandante esecutivo”. Dice il Pm Amedeo Bertone al giornalista Luciano Mirone: “Tra i cavalieri del lavoro (potenti imprenditori di allora su cui Fava aveva condotto eccellenti inchieste in merito ai loro legami con i boss, ndr), i più vicini alla famiglia mafiosa erano Gaetano Graci e Carmelo Costanzo …. Su Graci questa Procura ha iniziato un processo che si è dovuto concludere prematuramente per la sopraggiunta morte dell’imputato (nel 1996, ndr)…”. Oggi pubblichiamo uno stralcio del libro “I Siciliani” del giornalista Massimo Gamba, che racconta l’avventura giornalistica e umana di Beppe Fava.

5 Gennaio 2011

Gli ultimi quattro anni della vita di Giuseppe Fava raccontano la titanica e tragica lotta di un uomo, di un giornalista, contro il sistema di potere che ha dominato e controllato una città, Catania, dalla metà degli anni Settanta fino ai primi anni Novanta. Un blocco di potere composito, in cui la criminalità organizzata si […]

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