«Mia madre si chiama Palestina»

Parla Susan Abulhawa Tra poco in Italia il suo romanzo “Ogni mattina a Jenin”: viaggio nella storia di un popolo

8 Aprile 2011

Occhi neri, allungati, penetranti come lame. Di quelli che, in Palestina, si vedono spesso. Sono gli occhi di una bambina con una mano nella tasca del giubbotto e l’altra stretta alla sua maestra. Una piccola studentessa in uniforme blu, immortalata in una vecchia fotografia dell’inizio degli anni Ottanta, sulle scale del Dar el Tifl. È […]

Per continuare a leggere questo articolo
Abbonati a Il Fatto Quotidiano

Abbonati a 15,99€ / mese

I commenti a questo articolo sono attualmente chiusi.