Faceva tenerezza mercoledì sera a “Exit”, il senatore Carlo Giovanardi, con quel suo faccione paciarotto eppure aggrondato, non si sa se più emiliano o più doroteo, le vene dove il lambrusco scorre insieme all’acquasanta, la smorfia d’indignazione stampigliata con il codice a barre e quella lastra di capelli grigi schiacciata sopra la fronte, come la […]