C’è un romanzo giovanile di Albert Camus, “La morte felice”, che si conclude più o meno con la descrizione esemplare degli ultimi istanti del protagonista, tal Mersault, pronto a raggiungere, neo-platonicamente, “la verità dei mondi immobili” o anche, stando alla versione precedente del testo, “l’immobilità delle cose vere”. Sembra addirittura che questa “verità” possa assumere […]