Per quindici volte, tante quanti i capi d’accusa elencati dal giudice della Corte Suprema Moshe Landau, Adolf Eichmann, il crudele contabile dell’Olocausto, aveva ripetuto ossessivamente “Im sinne der anklage nicht schuldig”, “nel senso dell’accusa non sono colpevole”. Sfuggito a Norimberga, rifugiatosi per anni nell’ospitale Argentina e condotto in Israele dopo un clamoroso blitz del Mossad […]