BISOGNERÀ munirsi di una certa dose di laico, asciutto cinismo prima di scoperchiare il giulebboso otre di Tre anni luce, l’ultima opera narrativa del cinquantenne torinese Andrea Canobbio, laddove il sentimentalismo raggiunge vette himalayane piuttosto che alpine e il il respiratore artificiale diventa necessario a sopportare l’incanto autenticista mediante il quale, tradotto in stile, viene […]