Conobbi Ivan Gavrilovic in via San Donato, mentre usciva da un locale dove servivano specialità dell’Europa Orientale. Era pieno di vodka da non reggersi in piedi. Piangeva come un bambino e con i pugni chiusi si batteva le tempie bestemmiando in russo. Lo guardavano tutti, anche perché indossava un’austera uniforme di comandante di vascello. Aveva […]