Sono state chiamate impropriamente “bambine kamikaze”, quando invece erano solo vittime, le ragazzine fatte saltare a distanza dai terroristi di Boko Haram. Eppure c’è qualcosa di profondamente disturbante nell’idea di esseri umani femminili usati come armi. Così come turba intensamente l’immagine della terrorista del commando parigino: donna, velata, con kalashnikov. È come se gli eventi […]
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