Erano bianchi, non erano neri. Erano candidi nel lembo di cielo azzurro oltremare verso levante, mentre a ponente si levava la scia ocra dell’ultimo sbaffo di tramonto. Non erano neri com’esuli pensieri, ma pallidi come una visione apache, purtuttavia, senza alcun dubbio nel vespero migrar. Erano cento, duecento? Sta il cacciator fischiando sull’uscio a rimirar. […]
Il vespero migrare delle oche
Di Maurizio Maggiani16 Febbraio 2015