I gas lacrimogeni usati dalle forze dell’ordine honduregne vengono acquistati dalla Colombia: possono provocare anche la morte per soffocamento in coloro che hanno problemi respiratori. Ma per fortuna, l’altro giorno, nessuno ci ha lasciato la pelle, anche se alcuni sostenitori del Copin, hanno sofferto di attacchi d’asma.
L’udienza preliminare per l’omicidio di Berta Caceres, l’ecologista e rappresentante delle comunità indigene Lencas premiata un anno fa con il Goldman Environmental Prize – il Nobel per la difesa dell’ambiente – si è conclusa, dopo una maratona di tre giorni, con l’arresto dei quattro presunti colpevoli e la richiesta di arresto nei confronti di altri due uomini, uno dei quali fratello gemello del sospetto killer e di un’altra persona che sarebbe nascosta nella fitta foresta del Paese centramericano.
Caceres, 44 anni, coordinatrice del Copin (Consiglio Civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras) era stata uccisa a colpi di pistola nella notte del 2 marzo scorso nella sua abitazione de La Esperanza, una città montuosa nel sud dell’Honduras, mentre il collega messicano Gustavo Casto Soto, suo ospite, ferito alla testa era riuscito a sopravvivere fingendosi morto. L’arresto dei presunti mandanti e sicari non ha soddisfatto la famiglia dell’ambientalista, che aveva quattro figli, né i membri del Copin che hanno tentato di consegnare una lettera al presidente Juan Orlando e, per tutta risposta, sono stati attaccati dalla polizia e dall’esercito con gas lacrimogeni, pallottole di gomma e manganellate. I feriti sono stati numerosi.
“Non ci facciamo spaventare e continueremo a venire davanti alla residenza del presidente per consegnargli la nostra richiesta di istituire una commissione internazionale e indipendente per indagare attraverso la Commissione Interamericana dei Diritti Umani, allo scopo di trovare i veri mandanti dell’omicidio della nostra leader”, afferma Tomas Gomez Membreno, che ha assunto la carica di Berta nel Copin. Secondo il nuovo coordinatore, gli arrestati non sono i reali responsabili anche se, per placare le denunce di repressione dei diritti umani da parte delle più autorevoli organizzazioni umanitarie internazionali nei confronti del governo, sono stati arrestati anche due rappresentanti delle forze dell’ordine, uno dei quali in servizio nell’esercito. “Si tratta di quadri intermedi sacrificabili pur di sedare l’indignazione internazionale a un anno dalle elezioni presidenziali”, conclude Gomez Membreno. In realtá Berta Caceres non era solo un’ambientalista ma un’attivista politica che aveva guidato le manifestazioni contro il golpe del 2009, avvenuto proprio nel giorno in cui il deposto presidente Manuel Zelaya si apprestava a firmare un accordo per la restituzione delle terre ai campesinos.
Le stesse terre sottratte loro illegalmente negli anni precedenti per consegnarle agli oligarchi latifondisti che hanno imposto la monocoltura intensiva della palma da olio.
L’assassinio di questa leader per i diritti dei più deboli e per la conservazione della biodiversità, è salito agli onori della cronaca per la sua fama internazionale , ma sono tanti i campesinos uccisi o incarcerati perchè si oppongono al modello di sviluppo capitalista applicato alle risorse naturali. Di questo sistema fa parte anche il piano di costruzione, nominato Aqua Zagra, di una serie di dighe. Una di queste (se verrá completata) cambierá il corso del fiume Gualcarque, considerato sacro dai Lenca, e risorsa fondamentale per i campesinos che usano le sue acque per irrigare le coltivazioni. A beneficiarne saranno alcune banche europee che finanziano il progetto la compagnia honduregna Desa e la cinese Sinohydro, oltre al governo. Gli arrestati per l’omicidio politico di Berta Caceres, oltre ai gemelli sicari Edilson e Cerlos Duarte sono: Sergio Rodriguez, responsabile ambientale della Desa, società Desarrollos Energy S. A. ; Douglas Bustillo, vice capo sicurezza della Desa; Mariano Diaz Chavez, maggiore dei corpi speciali delle Forze Armate; Edilson Duarte Meza, ex istruttore della polizia militare.