Lunedì 7 marzo 2016, tutti i senatori Pd applaudono Salvatore Margiotta: la Cassazione ha detto che il reato di corruzione (200.000 euro dati o promessi per favorire l’aggiudicazione all’imprenditore Ferrara di un appalto per la costruzione del Centro Oli Total in Basilicata) non sussiste. Luigi Zanda, capogruppo, si dichiara felice che Margiotta, che si era autosospeso dal partito, “sia ora a tutti gli effetti un senatore Pd”. Qualche giorno prima, Matteo Renzi aveva dichiarato (in un intervento alla scuola di formazione del Pd) “Sono fiero di poter dire, caro Salvatore, bentornato nel Pd”. Tutto giusto, parrebbe: lecito giubilo per l’adamantina condotta di uno dei nostri, finalmente riconosciuta dalla Suprema Corte. Invece no: un’ipocrisia disgustosa, anche se consueta.
Margiotta è un senatore lucano. Il 17 dicembre 2008 rilascia un’intervista ad Antonello Caporale su La Repubblica:
– Lei ha preso soldi?
“Mai, in nessun caso, in nessuna circostanza”.
– Onorevole Margiotta, se lei mettesse una buona parola
“Più o meno di questo credo si tratti”.
– Alzi la mano chi non ha offerto una parolina di buona amicizia
“Bravo. Al Sud le frequentazioni politiche sono intessute di questi rapporti. Parlo con tutti e di tutto”.
– Facciamo un’ipotesi, solo un’ipotesi. Mettiamo il caso che qualcuno le abbia detto: onorevole…
“È successo”.
– Ma in modo amabile
“È potuto anche capitare. Quando me ne accorgo mi tiro immediatamente indietro”.
Che si sia tirato indietro la Corte d’Appello di Potenza è convinta di no. Si incontrarono, lui e Ferrara, una domenica di inverno, il 16 dicembre del 2007, in mezzo alla neve; nemmeno i lupi giravano per Potenza quel giorno. Ma una casa, uno studio professionale… Sì c’erano ma non volevo disturbare la famiglia, era domenica… Di che parlarono? Mah. Però, in casa di Ferrara, i CC avevano messo le cimici. E, il 21 dicembre, il nostro racconta a una sua amica – tale Zippo – di aver incontrato, per discutere dell’appalto, una persona a cui aveva detto “…Salvato’, io voglio il lavoro, lo voglio. Io ti devo portare 200 mila euro il giorno in cui mi assegnano definitivamente e tu lo sai come sono io”.
E chi è Salvato’? Un imprenditore, uno di Roma… Condannato a Potenza, Margiotta approda in Cassazione che, in effetti, lo assolve perché non di corruzione si tratta ma forse di traffico di influenze: Margiotta non ricopriva cariche pubbliche connesse con l’appalto del Centro Oli (per questo non può parlarsi di corruzione che è reato proprio del pubblico ufficiale); però avrebbe potuto avvicinare i colleghi per dire una “parolina di buona amicizia” (copyright Caporale). Forse… Allora è vero che è innocente, che non ha fatto nulla. No, è vero il contrario. Solo che la pena per il traffico di influenze è minore della corruzione e andrebbe rideterminata. Da chi? Dalla Corte d’Appello di Potenza a cui dovrebbe rinviarsi il processo. Non è cosa sensata – secondo me – e neanche giuridicamente corretta. Ma lo hanno fatto per Berlusconi nel processo Mediaset.
Comunque è inutile farlo in questo caso perché, nel 2007, quando Margiotta e Ferrara si incontravano e Ferrara raccontava di aver detto a Salvato’: io il lavoro lo voglio, ci sono 200.000 euro pronti, il traffico di influenze ancora non era previsto da una legge come reato. Lo sarà solo nel 2012, con la legge Severino. Insomma, se i fatti contestati a Margiotta fossero stati penalmente irrilevanti, la Cassazione si sarebbe limitata a una sentenza di assoluzione (come in effetti recita il dispositivo); se ha sentito il bisogno di chiarire che una rilevanza penale invece potrebbero averla ma che il relativo reato allora non era previsto dalla legge, segno è che la strombazzata innocenza è dovuta solo a un colpo di fortuna.
Va bene così. Habent sua sidera lites, i processi hanno un loro destino, diceva Calamandrei. E Margiotta è stato giustamente assolto (dal reato di corruzione; e anche da una turbativa d’asta). Però, e capisco che la domanda è di un’ingenuità, non si poteva evitare di celebrare il martire? Gli è andata bene, il Pd aveva fatto la sua bella figura quando il nostro si era autosospeso, alle prossime elezioni lo avrebbero ricandidato con fedina penale pulita, intanto stipendio e privilegi nessuno glieli levava, sempre al Gruppo Misto o a Ncd (ogni tanto ha cambiato casacca) era iscritto: un po’ di senso della misura, di dignità, di intelligenza politica non sarebbero state opportune?