Gli editori si dividono, mentre a Torino si cercano soluzioni per salvare la principale rassegna editoriale italiana. È bastata una dichiarazione del ministro della Cultura Dario Franceschini per svelare i piani dell’Associazione italiana editori e azionare la battaglia del Salone del libro: “Ho sentito parlare di questa idea, non nuova, di far nascere a Milano un Salone del libro che di fatto si sovrapporrebbe con quello di Torino. Vedrò giovedì il Presidente dell’Aie Motta (Federico, ndr) e certamente parleremo anche di questo”, aveva detto domenica Franceschini.
Subito a Torino si sono levati gli scudi in difesa della sua creatura, fondata quasi trent’anni fa (era il 1988) da Angelo Pezzana e Guido Accornero. Ieri il tema è entrato a forza nella discussione tra la sindaca M5S Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino (Pd) in un incontro sulla cultura in programma da giorni. Hanno firmato insieme una lettera indirizzata a Motta per “salvaguardare Torino come sedeunica, naturale e nazionale di questo evento” e per sollecitare un incontro “al fine di definire le modalità più adeguateper condividere la gestione delle prossime edizioni”.Il Consiglio generale dell’Aie si riunirà stamattina per analizzare cosa fare con la Fondazione per il libro, ente che organizza la kermesse, dopo averne lasciato il consiglio di amministrazione lo scorso febbraio per colpa del “ruolo progressivamente marginale” relegato agli editori. In base a questa decisione si sceglierà poi la strada da intraprendere, quella che potrebbe portare l’organizzazione di una nuova grande fiera dell’editoria da tenere a Milano, sede di Mondazzoli e altri grandi editori, ma anche città meglio collegata al resto d’Italia rispetto a Torino. Poi il piano potrebbe essere presentato giovedì al ministro Franceschini (quasi in contemporanea all’assemblea dei soci della fondazione torinese) e venerdì all’assessore alla Cultura di Milano, Filippo Del Corno. La soluzione migliora sarà individuata in base “alla qualità e alla portata del progetto che meglio prospetti uno sviluppo ulteriore dell’evento”, ha spiegato all’Ansa Enrico Selva Coddé, ad di Mondadori Libri. Intanto però gli editori si dividono. Elido Fazi, propone di farla a Roma, “grande capitale che ha bisogno di una grande fiera”, o a Bologna. Elisabetta Sgarbi, direttore de La nave di Teseo, propone di sdoppiare gli eventi: “Sono per sommare le iniziative e razionalmente distribuirle durante l’anno”. Favorevole anche Massimo Turchetta, direttore Rizzoli Libri Trade, mentre è contrario Sandro Ferri, editore della e/o: “Sarebbe un ulteriore rafforzamento in una città che ha già tutto a livello editoriale”. Contrari a una nuova possibile fiera anche i nuovi “azionisti” della Fondazione per il libro, come il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, per cui è “un errore duplicare” e il presidente emerito di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli, secondo il quale questa operazione “non avrebbe senso”.