Dottore, io sono gelosa di Belen. Ogni volta che il mio fidanzato guarda in tv un programma dove ci sono le modelle, io impazzisco. Ma è proprio Belen che non sopporto, perché nessun uomo, e si figuri il mio, può starle lontano”. Marco Ventola è uno psicologo barese, da molti anni trapiantato a Roma. Nel corso dei suoi studi si è trovato ad approfondire le problematiche affettivo-relazionali, quelle relative alla convivenza tra le persone, “ovviamente non da un punto di vista medico. Gli psichiatri spesso somministrano farmaci, che ‘curano’ i disturbi di cui soffre il paziente. Io non uso la parola ‘cura’: le emozioni non si curano”.
Ventola qualche anno fa ha aperto il Cespig, il Centro di psicologia e psicoterapia per le problematiche d’amore e di gelosia. La terapia può significare prevenzione, laddove troppo spesso fenomeni di stalking e di femminicidi (come questo giornale ha raccontato) si configurano in quello che la stampa definisce “raptus di gelosia”. “Stiamo attenti a farne una questione di genere – spiega il dottor Ventola –, non c’è l’uomo geloso o la donna gelosa, c’è la persona gelosa. La dimensione poi diventa relazionale, all’interno della coppia si instaura una spirale. Ma perché tutto questo si trasformi in violenza, bisogna inserire il contesto sociale, politico e molti altri fattori”.
Sono tre le emozioni che prova una persona gelosa: “Tutto parte dalla preoccupazione – racconta lo psicologo – e una persona preoccupata, che può essere un partner ma anche un genitore, è incline alla diffidenza: non si fida dell’altro, confonde l’amico e il nemico, anzi spesso è convinto che l’altro sia un nemico che deve dimostrare di essere amico. A cosa porta tutto questo? Alla volontà di controllo: devo sapere l’altro cosa fa, prevedere le sue mosse, pretendere che faccia quello che dico io. L’altro viene obbligato senza che si instauri un rapporto di reciprocità”. Queste tre emozioni, secondo Ventola, sono alla base di qualunque rapporto di gelosia.
Belen e le altre. La modella argentina rappresenta, per la ragazza gelosa che si è rivolta al Cespig, la donna che senza alcuno sforzo richiama a sé tutte le attenzioni. “Eppure al tempo stesso la paziente prova vergogna per questa sua gelosia, che considera irrazionale e priva di senso – spiega Ventola –. Afferma di invidiare molto le persone che riescono a stare al centro dell’attenzione e che risultano spontanee e interessanti senza alcuna preoccupazione. Lei, invece, è sempre preoccupata di quello che pensano gli altri di lei e di apparire scialba e priva di interesse. La sua mente è presa da fantasie relative al controllo dell’altro: il suo unico desiderio è quello di essere stimata dagli altri, altri che poi in realtà vive come fantocci. Li utilizza come cartina di tornasole della propria identità, perché non è in grado di proporre a se stessa e agli altri una propria identità”. La gelosia nei confronti delle modelle, però, nasce anche da una cultura in cui la performance prende il posto della relazione.
Gelosia “sterile”. Al centro si è rivolto un paziente omosessuale che, nonostante una relazione consolidata, da alcuni mesi nutre dubbi nei confronti del partner: sente che il rapporto è arrivato a un punto di stallo, ma non capisce perché; ipotizza che il fidanzato abbia avventure con altri, ma crede che la sua ipotesi sia priva di fondamento perché “non ci sono validi motivi per sospettare”. “Durante le sedute – prosegue lo psicoterapeuta – emerge come, in concomitanza con le fantasie relative al possibile tradimento, sia maturato in lui il grande desiderio di avere un figlio, accompagnato dalla frustrazione e dalla rabbia di non poterne avere. Spesso fantastica che il proprio uomo lo tradisca con una donna”. Il timore di essere tradito si associa al desiderio di essere tradito. Due facce della stessa medaglia, poiché la seconda emozione non è altro che la conseguenza della svalutazione delle famiglie omosessuali: famiglie considerate (nella dimensione socio-culturale) sterili e senza futuro.
L’amante focoso e il marito noioso. È una delle situazioni più comuni: un marito profondamente geloso di sua moglie, una gelosia inspiegabile e nello stesso tempo straziante. L’uomo continua a rimuginare su possibili tradimenti della donna, che potrebbero maturare sul lavoro o tra gli amici. Questa gelosia insorge di solito dopo il matrimonio, magari dopo un breve fidanzamento durante il quale l’uomo si sente un amante focoso. “Il paziente racconta di aver sempre pensato alle coppie stabili come noiose e scontate, agli amanti come teatro della passione – racconta ancora Ventola –. Ora che lui è diventato marito, crede di essere banale e poco interessante e immagina le scappatelle della moglie come fuga dalla routine matrimoniale. La gelosia dell’uomo riflette lo stereotipo doveristico del rapporto di coppia, nel quale non possono essere immaginati obiettivi interessanti e coinvolgenti”. Forse non ci si crede, ma molto spesso chi è geloso tradisce per primo, perché “il possesso svuota del partner, la fantasia diventa il liberarsi del partner, il tentativo di far fuori il rapporto di coppia.
Come fare, dunque, non soltanto a prevenire manifestazioni di violenza, ma anche soltanto a vivere meglio le relazioni? “Impariamo a differenziare le nostre fantasie dai fatti: un conto è dire ‘mi sembra che mia moglie mi tradisca’, un altro è dire ‘mia moglie mi tradisce’. Non dobbiamo avere la pretesa che la fantasia corrisponda alla realtà. E poi poniamoci un obiettivo: imparare a ironizzare su noi stessi. Se riusciamo a prenderci in giro, tutto il castello di fantasie che rendeva complicato il nostro rapporto con gli altri si smonta all’istante”. Sembra semplice a dirsi: la difficoltà è renderla realtà.