Ora che ci hanno tolto anche il Tg3, al povero telenauta anelante approfondimenti sulle cose del mondo non resta che aggrapparsi all’ultimo superstite talk show, In Onda, che noi guardiamo eternamente solidali con i conduttori Tommaso Labate e David Parenzo per quella loro aria mesta di liceali costretti alle ripetizioni estive mentre gli amici se la spassano a Ibiza.
E infatti può accadere che dopo aver ripassato per la ventesima volta la riforma Boschi, giunga a rallegrare i ragazzi (e anche noi ) Vittorio Sgarbi, il classico Lucignolo stravaccato sul banco pronto a distrarre la classe con gli aeroplanini di carta.
Spassoso pure un altro famoso critico d’arte, dotato di lussureggiante capigliatura e multicolori papillon: sere fa teorizzava che si sarebbe potuto fare del nostro derelitto Mezzogiorno la California d’Italia se solo, mettiamo, al posto dei diecimila operai dell’Ilva si fossero arruolati diecimila pizzaioli.
In attesa di qualche nuovo exploit futurista martedì sera ci siamo collegati con La7 dove nel frattempo Enrico Mentana aveva apparecchiato da par suo ogni sorta di prelibatezze: Erdogan che dichiara guerra all’Italia mentre Renzi dichiara guerra alla Berlinguer e il banchiere veneto Consoli arrestato mentre i risparmiatori spennati brindano in piazza.
Già pregustavo una scoppiettante In Onda ma ecco apparire Stefano Parisi, neocoordinatore di Forza Italia, garbatissimo e noiosissimo tanto da rinverdire i fasti del vecchio dc Arnaldo Forlani quando soleva dire: potrei parlare per ore senza dire nulla. Appunto. Mentre, in fuga su Sky, smanettavo disperato tra antiche telecronache di Inter-Roma e il milionesimo Don Camillo nel fare ogni tanto una capatina dalle parti del corso di recupero m’imbattei prima nel viceministro Zanetti privo di occhiali sorprendenti, quindi (aaaahh) in Angelino Alfano.
Alle prime luci dell’alba non osai verificare se i giovani colleghi fossero stati rifocillati e mi rifugiai nel sonno del giusto pensando a quanto possa essere crudele la televisione.