Il palazzone di Viale Mazzini, il complesso di Saxa Rubra, gli studi di via Teulada: la capitale Roma custodisce le icone Rai, ma in quest’epoca segnata da Antonio Campo Dall’Orto, l’amministratore delegato abituato a lavorare nel privato, Milano è centrale. Perché di lunedì, ormai è diventata una tradizione, negli uffici di corso Sempione a Milano si tengono le riunioni fra i dirigenti milanesi; un gruppo di fedelissimi che comprende la maggioranza dei ventuno assunti da Campo Dall’Orto, in particolare i direttori Ilaria Dallatana (Rai2) e Daria Bignardi (Rai3).
La carovana di esterni è scandagliata da un’istruttoria dell’Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Oltre a creare malumori fra i dipendenti romani, l’assenza il lunedì – che a volte si estende al martedì – solleva un dubbio: la giornata da Milano ha un costo aggiuntivo per la televisione pubblica? Sì.
Per i milanesi ingaggiati da Campo Dall’Orto, la sede di lavoro è Roma. Siccome la residenza di Dallatana&C. è Milano o dintorni, com’è normale per il tipo di incarico, nonostante l’accordo sia fino alla scadenza del mandato dei vertici (il classico triennio e non l’indeterminato del passato), Viale Mazzini elargisce un contributo per l’alloggio e per i trasporti. Quando i milanesi risultano in servizio da Milano, però, ricevono un’indennità di trasferta. Un bizzarro paradosso: in trasferta da “casa”. Nessuna irregolarità, precisano dall’azienda, di certo è una questione di opportunità. In merito, Viale Mazzini fa sapere che il trattamento applicato è previsto dal contratto collettivo nazionale dei dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi.
All’articolo 10 c’è il punto utile per comprendere la vicenda, anche se non sappiamo se in Viale Mazzini siano in vigore importi diversi e ulteriori formule di integrazioni: “Per ogni periodo di trasferta non inferiore a 12 ore nell’arco temporale di 24 ore dalla partenza un importo aggiuntivo in cifra fissa per rimborso spese non documentabili, pari a 85 euro”. L’abitudine a sfruttare l’abbondanza di dirigenti in città per organizzare riunioni a Milano è contestato da tempo in azienda, e dunque la stessa società fa sapere che la frequenza è sporadica. Perché Campo Dall’Orto e soci preferiscono corso Sempione? La ragione: maggiore riservatezza.
L’ex capo di Mtv e La7 si comporta in Viale Mazzini con una profonda diffidenza, per questo motivo ha chiamato in Rai dirigenti conosciuti in carriera. Il vizio di Milano è una testimonianza di scarsa considerazione per Roma e anche, scopriamo adesso, una spesa evitabile, soprattutto in un’azienda che ha superato ampiamente il limite dei 240.000 euro di stipendio per i dirigenti pubblici. Come s’è potuto appurare con l’applicazione delle norme sulla trasparenza, Campo Dall’Orto guadagna 650.000 euro, Bignardi e Dallatana 300mila, altri nuovi tra i 240 e i 340mila. Superata dalla polemica sui Tg e la sostituzione di Bianca Berlinguer, quella sui compensi è ormai dimenticata. Ma l’ha rievocata a Radio24 un deputato renziano (e loquace), Michele Anzaldi: “Non è mai successo che delle nomine venissero fatte così, interne e con il grado: è un trionfo di Campo Dall’Orto. L’ad, di cui non penso bene, l’ha fatto per distogliere l’attenzione da cose scandalose: il loro stipendio. Non si parla più di uno stipendio faraonico di 650mila euro, sei volte quello del premier, e parliamo invece di una rotazione naturale col vicedirettore che stava in quel giornale (Colucci al Tg2, ndr)”.