Fa un certo effetto vedere Raidue spogliata dei suoi inutili palinsesti per vederla immersa nelle Olimpiadi, lo spettacolo più antico del mondo che riporta alle origini anche la Tv: mostrare ciò che accade a distanza nel momento in cui sta avvenendo. Per le sue ultime Olimpiadi Rai Sport si è camuffata da Sky, immergendo tre canali nel flusso dei giochi. Non mancano sovrapposizioni e confusioni, il “Tg Olimpico” con la sua retorica tutt’altro che olimpica fa rimpiangere i tg in borghese, insomma, il travestimento monotematico fa acqua. Eppure il fascino dei Giochi prevale ugualmente proprio perché si muove controcorrente rispetto all’insopportabile moda dello “storytelling”.
Le Olimpiadi hanno questo di meraviglioso: riportano lo sport a se stesso, ossia all’azione e all’emozione, unici veri antidoti alle chiacchiere. Maratone di diretta senza salotti né sofà, il calendario non ha tempo nemmeno per uno strapuntino, l’unica narrazione possibile è la mossa del judoka o la stoccata del fioretto. Ancora intronati dalla ridicola grancassa degli Europei, quasi ce ne eravamo dimenticati. Il calcio in Tv è ormai lo zero virgola di calcio e il 99 di fuffa; la politica, 100 per 100 fuffa. Con le Olimpiadi le percentuali si ribaltano. I telecronisti fanno la cronaca, i commentatori commentano, i tuttologi si estinguono. Ora che Renzi ha smesso di fare capolino dagli stadi e dai sambodromi per dire che per venti giorni dobbiamo parlare solo di sport, potrebbe accadere davvero.