Insomma, ora viene fuori che se non hai ricevuto un sms da Matteo Renzi non sei nessuno, che ci stai a fare al mondo? Sono così ambìti, i messaggini di Matteo, che le compagnie telefoniche cominciano a inserirli nelle offerte commerciali: 400 sms verso tutti e dodici da Matteo Renzi. Campionesse di scherma, autotrasportatori, suore, calciatori fino ai semipro, turnisti notturni del Pd, comitati per il Sì, industriali, attori e raccattapalle dei tornei di tennis, non c’è categoria che sia al riparo dal messaggino del premier. Ormai è un genere letterario, gli storici ci andranno a nozze. Ma si tratta di una straordinaria occasione per il Paese, e dunque va organizzata con qualche regola.
Le prove
Non basta dire: Matteo mi ha scritto un messaggino. Bisogna evitare le vanterie e mostrare la schermata, anche se sono 27 schermate, perché il ragazzo si è fatto prendere la mano. Nei casi più gravi (sopra i 5.000 messaggini) si può acquistare un hard disc esterno che può contenere fino a un Terabyte di sms di Matteo Renzi (sconti nei negozi convenzionati per gli abbonati alla Leopolda).
Le quotazioni
I messaggi più rari sono quelli in cui Renzi ha sbagliato numero. Sotheby’s ha battuto l’altro giorno un rarissimo sms del premier alla cancelliera Merkel. Testo: “Un ce la mandiamo più Maria Elena in tivù, che l’è un disastro”, evidentemente scritto per qualcun altro. Storico il caso dell’sms di Matteo esposto al Louvre: “Oggi grande partita! Quando vieni a giocà a Firenze?”, inviato per errore a Giorgio Napolitano, che subito ha prenotato un treno per raggiungere gli allenamenti. Meno quotati gli sms di complimenti: bravo qui, bravo là, il solito trucchetto per prendersi di riflesso un po’ di applausi e simpatia nella speranza che il destinatario li renda noti. Più interessanti quelli di incoraggiamento come il messaggio al generale Cadorna alla vigilia di Caporetto: “Vai tranquillo Luigi, domani sarà una passeggiata”.
Vai tranquillo, Luigi, domani a Caporetto non c’è partita (Sms al generale Cadorna, 1917)#MatteoSms
— Alessandro Robecchi (@AlRobecchi) 7 agosto 2016
I servizi
Febbrilmente concentrato sulla ripartenza del Paese, Matteo Renzi sta pensando a un servizio a pagamento. Abbonandoti on line potrai ricevere sms per ogni bisogno e circostanza. Basterà accedere alla app dal telefonino e avrai un messaggio privato del premier, cose come: “Non facciamo i timidi, se è il primo appuntamento io metterei la gonna”. Oppure: “Ne hai già bevuti otto, forse è meglio che ti fermi e che non ti metti a guidare”. A richiesta (ma la tariffa aumenta) si può chiedere a Matteo Renzi di mandare sms al posto nostro, tipo “Buongiorno, sono Matteo Renzi, dice Gino che per quei cento euro che le deve dovrà aspettare ancora un po’”. Utile.
Convenzioni
Tutte le aziende possono usufruire del servizio, una volta stipulata una convenzione. Quando sono pronte le camicie in lavanderia sarai avvertito da un sms del Presidente del Consiglio, lo stesso per il meccanico quando è pronta la macchina. Uno speciale accordo con le banche permetterà a Matteo Renzi di inviarti un sms quando ti arriva un bonifico (“Visto? #Italiariparte!”). Quando compilate dei moduli e arrivate alla parte sulla privacy ricordatevi di barrare la casella che dice: Sì, desidero ricevere sms da Matteo Renzi, anche con proposte commerciali.
Tecnologia
Così come Mussolini riceveva 1.500 lettere al giorno (e si vantava di rispondere, anzi, aveva inventato un ministero apposta), Matteo Renzi potrebbe mandare, dicono i programmatori, almeno 15.000 sms all’ora. Questo contempla un adeguamento della tecnologia per evitare spiacevoli incidenti nella generazione automatica dei numeri, e qualche incidente c’è già stato.
L’anno scorso, 1.700 pastori nepalesi hanno ricevuto un messaggino con scritto: “Mi raccomando, mettiamo la fiducia e anche stavolta li freghiamo così”. E fu notevole lo sconcerto dei funzionari del ministero delle Infrastrutture quando lessero un sms di questo tenore: “Uff, che palle, viene anche Lotti, ce l’hai un’amica carina?”.
Non ricevi sms da Matteo e non sei nessuno? Ora c’è un app, abbonati