Loro. O, forse, L’oro. Il cerchio magico o, forse, il cerchio tragico. Poco importa, è l’ossessione principe del cinema italiano contemporaneo, ex aequo con quella per i Papi: Silvio Berlusconi. L’ultimo a incarnarla è Paolo Sorrentino, che probabilmente ne aggiunge una terza, nel segno della coazione a ripetere: Nanni Moretti. Cinque anni dopo Il Caimano, dal 2006 ufficialmente aggiunto agli epiteti di Mr B, Nanni realizzò Habemus Papam, sorprendente profezia sulla rinuncia di Papa Ratzinger; Sorrentino copia a soggetto, ma con uno iato inferiore: ha appena presentato alla 73ª Mostra del Cinema di Venezia The Young Pope, la serie tv su Papa Pio XIII interpretato da Jude Law, e Loro dovrebbe battere il primo ciak nell’estate 2017.
Contattato dal Fatto, il regista si trincera dietro un “non ho nulla da dire in proposito”. L’utilizzo dell’italiano al posto dell’inglese e internazionale “no comment” si deve forse al fatto che, contrariamente a The Young Pope e al precedente film Youth con Michael Caine, Loro (titolo di lavorazione) verrà girato in lingua italiana.
Sarà un’opera su Silvio Berlusconi e la sua cerchia, le cui vicende hanno dominato cronache, immaginario e Palazzi di Giustizia negli ultimi anni. A darne l’annuncio Nick Vivarelli sul Daily Variety, la cosiddetta Bibbia di Hollywood, che rivela come Sorrentino starebbe attualmente scrivendo la sceneggiatura bruciando le tappe per iniziare le riprese tra meno di un anno.
La notizia, o come dicono gli americani breaking news, arriva a ridosso della presentazione veneziana della serie papale e, in spregio dell’ignara stampa italiana, rimette in Mostra Sorrentino: per quel che ci ha fatto vedere con Papa Belardo e per quel che promette con Il Divo Silvio, è Paolo il Leone d’Oro italiano della 73esima edizione.
Verdetto per “no contest”. Non a caso, Paolo parla, e fa parlare, anglosassone. Con Loro dovremo attenderci un ritratto del mondo berlusconiano, ma non “una critica feroce e sterile”. Nonostante questo preservativo poetico, Medusa, la controllata Mediaset che ha co-prodotto e distribuito gli ultimi film di Sorrentino, ovvero La grande bellezza, Oscar al miglior film straniero nel 2014, e Youth (2015), non parteciperà al progetto. Non solo, dichiara ufficialmente di aver appreso la notizia di Variety: a sua insaputa, insomma. Al contrario, pare certa la presenza produttiva dell’abituale partner di Sorrentino, Indigo: il co-titolare Nicola Giuliano replica Sorrentino, anzi, dopo l’iniziale sorpresa per lo scoop di Variety si nega. No comment, ma in absentia.
Che cosa, presumibilmente, possiamo aspettarci? Sorrentino, si sa, è avvezzo a manipolare audiovisivamente il potere: con Il Divo, ritratto di Giulio Andreotti, ha fatto dell’estetica pop il grimaldello per scassare il forziere ideologico democristiano del sette volte presidente del Consiglio. Con successo: l’operazione ha riportato la silhouette pubblica del Divo Giulio nel nostro immaginario. Farà lo stesso con il Divo Silvio?
Innanzitutto, Sorrentino gli fa in anticipo il regalo per l’ottantesimo compleanno, che cadrà il 29 settembre, e forse ne stempera gli ultimi dispiaceri, dall’operazione al cuore alla vendita ai cinesi dell’amato Milan. Rimane da chiedersi se il regista duplicherà il Moretti del Caimano, in cui peraltro aveva un cameo, ovvero interpreterà lui stesso il Cavaliere: la differenza, tra l’1,85 di Paolo e l’1,65 di Silvio, sono 20 centimetri. Se la vedranno Loro…