Il Campidoglio ha deciso: ritirerà l’appoggio alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024. Oggi, alle 15.30, la sindaca Virginia Raggi in Campidoglio annuncerà la scelta della sua amministrazione di non sostenere il dossier olimpico. Un no definitivo, che non lascia spazio alle voci che si sono rincorse nelle ultime settimane su possibili ripensamenti o sul ricorso a un referendum cittadino. La Raggi, dopo il difficile avvio del suo mandato, deve arrivare alla manifestazione Italia a 5 Stelle a Palermo avendo mantenuto fede a uno dei tasselli del suo programma elettorale.
Inizialmente, per dare maggiore enfasi all’annuncio, era stato scelto come scenario Tor Vergata, sotto allo scheletro della Vela, il palazzetto dello sport avviato per i Mondiali di Nuoto del 2009 e mai completato, simbolo del fallimento degli ultimi grandi eventi sportivi cittadini. Poi però le cattive previsioni del tempo hanno consigliato un cambio di location.
La Raggi, accompagnata dalla giunta, sosterrà le ragioni del suo no a Palazzo Senatorio citando tre argomentazioni. La prima è legata a uno studio realizzato dall’Università di Oxford nel 2016, che mostra come in tutte le ultime edizioni il budget iniziale dei Giochi sia stato sistematicamente sforato. Per la candidatura romana la previsione di spesa è di 5,3 miliardi, somma che però non comprende i costi per le infrastrutture di trasporto. Senza contare gli extra che hanno caratterizzato tutte le ultime edizioni della rassegna iridata. Una spesa considerata fuori dalla portata delle casse capitoline, già in affanno nel coprire i servizi pubblici essenziali per i cittadini.
Un altro tassello dello stop ai Giochi è stato ispirato da I costi delle Olimpiadi, libro scritto dal velocista olimpico Pietro Mennea. Un testo molto caro al vice sindaco Daniele Frongia, l’uomo che più ogni altro ha gestito il dossier. La sindaca inoltre mostrerà un documento preparato dai suoi uffici in questi giorni, che raccoglie fotografie e numeri sulle opere sportive lasciate incompiute dopo gli ultimi grandi eventi cittadini: dalle strutture per i Mondiali di calcio del 1990 a quelle per i Mondiali di nuoto del 2009.
Ancora ieri sera l’ultimo tentativo di mediazione da parte del Coni. La coordinatrice del Comitato Roma 2024, Diana Bianchedi, è arrivata in Campidoglio per un incontro tecnico con il presidente della Commissione Sport Angelo Diario e il capogruppo M5S Paolo Ferrara. La delegazione del Coni inizialmente è di cinque persone, poi sale a undici. La tensione è alta: il progetto olimpico vede in prima fila gli interessi dei principali costruttori romani. Si entra nel dettaglio del dossier ma la decisione del Campidoglio è già stata presa. Per evitare uno strappo istituzionale, un’ora prima della conferenza stampa la Raggi vedrà il presidente del Coni Giovanni Malagò, il motore del progetto olimpico, per comunicargli la sua decisione. Per la settimana prossima invece è attesa la delibera dell’Assemblea capitolina che ritira il sostegno alla corsa olimpica.
Per la seconda volta consecutiva Roma ritirerà la sua candidatura mentre è in corsa. Sul dossier 2024 ha influito negativamente l’eccessiva corrispondenza tra gli interessi di alcuni influenti costruttori cittadini e le location scelta per realizzare strutture sportive e villaggio olimpico. Le “Olimpiadi del Mattone”, sono franate nell’assenza di condivisione con i cittadini. Intanto Raggi è sempre alle prese con la grana Bilancio. Ieri in Consiglio ha annunciato che cerca due nuovi assessori, uno per i conti e l’altro per le Partecipate. Mentre Alessandro Onorato (Lista Marchini) sostiene: “Raffaele De Dominicis non è mai stato revocato, l’assessore è ancora lui”.