Le motivazioni del “Sì” sono quasi sempre granitiche. Ripercorriamole insieme.
“Votate Sì perché così si risparmia”. Certo. Quel tanto che basta per poi sputtanarlo, peraltro con gli interessi, a vantaggio della prima marchetta che tornerà utile per vincere le elezioni.
“Votate Sì perché si velocizza l’iter delle leggi”. Che è già velocissimo, ma solo quando c’è da approvare qualche legge diversamente inebriante. Tipo Lodo Alfano, Legge Fornero o salvabanche, che richiesero meno di venti giorni per essere consegnate alla Storia.
“Voto Sì perché non mi convince la compagine del No” (Federico Rampini). Di fronte a un’argomentazione così forte, nulla si può controbattere. Si è come travolti da troppa grandezza, quasi come se ci trovassimo di fronte Orfini in slip pervinca e ciabatte cremisi.
“Voto Sì perché l’ha detto il partito”. È così che ragionano molti over 60 rimasti ancora al Pci. E saranno probabilmente decisivi nel risultato finale.
“Questa riforma mi fa schifo, quindi voto Sì” (Massimo Cacciari). Anch’io trovo che i Modà facciano pena. Quindi fondo subito un loro fan club. E lo chiamo “Ecco i nuovi Pink Floyd”.
“Votate Sì perché il o è un’accozzaglia di tutti contro uno solo” (Matteo Renzi). Detto che così parlando Renzi ha dato ad Alfano del “signor nessuno”, e non saremo certo noi a dargli Ntorto, quelli del sì non sono mica un’accozzaglia. Ci sono Doris e Cicchitto, Ferrara e Marchionne, D’Anna e Verdini. Più che un’accozzaglia, il bar di Guerre stellari.
“Votate Sì che così arrivano fiumi di soldi, se Renzi non vi piace me ne fotto” (il personaggetto De Luca). Parole forti, ma tanto scherzava. Quindi non rompete le palle. “Votate sì perché meglio poco che niente”. Come no. In effetti, se hai il raffreddore, molto meglio farsi venire direttamente una bella sincope. Fulminante.
“Voto Sì perché non si può stare sempre fermi” (Ilaria D’Amico, con tanto di video dolente in cui imita la nota attrice di Boris). Cara Ilaria, senza offesa, ma se devo scegliere tra un parcheggio e un muro contro cui schiantarmi, preferisco il parcheggio.
“Votate Sì perché così si sconfigge meglio il terrorismo” (Maria Elena Boschi). Va be’, l’ha detto la Boschi. Cosa vuoi commentare.
“…”. Questa è la voce della maggioranza silenziosa. Quella che non dice nulla, e poi la domenica votava Dc. E poi Craxi. E poi Berlusconi. Senza mai ammetterlo. Ed è su questa maggioranza silenziosa che Renzi spera. Temo non senza ragione.
“Votate Sì perché in fondo è una riforma simile a quella di Berlusconi” (Giorgio Napolitano). Oooh, finalmente: dopo anni a far finta di combattere Berlusconi, il centrosinistra italiano si vanta di essergli simile. Dall’antiberlusconismo finto al berlusconismo ostentato. Son soddisfazioni. Daje Re Giorgio, e viva i carri armati del ’56.
“Voto Sì perché quelli del Fatto mi stanno antipatici”. Ci sta. Non mi ero però accorto di come Andrea Romano fosse il nuovo Woody Allen.
“Votate Sì perché lo dicono Benigni e Sorrentino”. Grazie, ma il primo preferisco ricordarlo da artisticamente vivo e il secondo quando era davvero l’uomo in più.
“Voto Sì perché la parola No non mi è mai piaciuta” (Carlo Cracco). Perfetto, chef barbuto delle patatine. Domani vengo a mangiare da te e quando mi porti il conto ti dico: “Posso non pagare, vero?”. Poi, ma solo se mi gira, ci aggiungo anche un bel “Suca”. Agile, in scioltezza.
“Votate Sì perché i partigiani veri votano Sì” (Boschi). Va be’ dai, anche questo l’ha detto la Boschi. Cosa vuoi commentare.
“Votate Sì perché nel No ci sono D’Alema, CasaPound e Brunetta”. Invece nel Sì ci sono Gramsci, Parri e Pertini, travestiti però da Ciaone Carbone, The Man Nardella e quella che ai pensionati disse di ipotecare la casa se non gli bastava la pensione (credo si chiami Alessia Morani: la riconoscete perché ha sempre la faccia ingrugnita che aveva Maurizio Lupi quando gli dicevano brutto. Cioè sempre).
“Votate Sì perché si combatte meglio il cancro” (Boschi). Va be’ dai, pure questa l’ha detta la Boschi. Una prece. A lei e a Repubblica, che ieri ha fatto un titolo analogo. A volte certa gente ha proprio la faccia come il Rondolino.
“Votate Sì perché si cambia”. Certo che si cambia. Se però ho un problema di tubature in casa e per risolverlo mi bombardi il palazzo, permetterai che non sia poi necessariamente entusiasta del tuo concetto di “cambiamento”.
“Votate Sì perché, se vince il No, cade Renzi”. È una minaccia o una promessa?
“Votate Sì perché altrimenti togliamo gli 80 euro” (Boschi). Niente: proprio non ce la fa. Siate vicini a questa povera ragazza: non è colpa sua, ma di chi ce l’ha messa.
“Votate Sì perché altrimenti arriva Grillo”. E vi scotenna vivi, mangiando le vostre viscere fischiettando “Andiamo a comandare” con Dibba e Di Maio.