Caro Incerto, questo referendum tra la Carta dei padri costituenti e quella di Boschi&Verdini dipende da te. Hai tempo fino alle ore 23 per andare al seggio e tracciare una croce sul No.
Tu dici: “Renzi è arrogante, ma non ha alternative valide e gli altri mi fanno paura”. Ma questo voto non è su Renzi (sul Pd, il M5S e la Lega voteremo alle Politiche 2018): è su una controriforma costituzionale che abolisce le elezioni per i senatori che, se vince il Sì, renderà Renzi ancor più strafottente. Se vince il No, oltre a conservare il diritto di voto per il Senato, costringeremo Renzi ad abbassare le penne e a governare finalmente l’Italia, cosa che non fa da un anno, distratto da una “riforma” che non riguarda uno solo dei problemi del Paese (pensioni e salari bassi, tasse abnormi, disoccupati, Sud abbandonato, corruzione ed evasione fiscale da record, criminalità organizzata e comune, politiche sull’immigrazione, scuola allo sfascio…).
Tu dici: “Non ho avuto tempo di informarmi sulla riforma, sento dire cose opposte pro Sì e pro No e non so di chi fidarmi”. È vero. Ma lascia perdere i commenti interessati dei partiti, tutti, che tirano l’acqua al loro mulino, e fidati degli esperti che non hanno nulla da perdere o da guadagnare dal Sì o dal No: i più insigni costituzionalisti italiani, tra i quali 11 ex presidenti e 11 ex vicepresidenti della Corte costituzionale (tutti pensionati senz’ambizioni di carriera e di vari orientamenti culturali): Zagrebelsky, Marini, Flick, De Siervo ecc. Dicono tutti che questa “riforma” è scritta coi piedi, pericolosa, pasticciata, paralizzante, e votano tutti No. Nel merito: con osservazioni che nessuno ha mai smentito né ha smontato, a parte le bugie, le patacche e i ricatti di Renzi&C. Nessun costituzionalista dello stesso calibro si è schierato per il Sì: vorrà dire qualcosa?
Tu dici: “Ho provato a leggere la riforma, ma non ci ho capito niente”. È accaduto anche a me, poi me la sono fatta tradurre da un gruppo di esperti e ho capito quanto è dannosa. Ora prova a leggere un articolo a caso della Costituzione del 1948 (salvo quelli “riformati” in questi 20 anni in ostrogoto) e lo capirai senza interprete. Motivo in più per evitare che ben 47 articoli vengano stravolti da questi analfabeti che non sanno neppure scrivere le leggi (quella sulla PA è stata appena bocciata dalla Consulta e quella sulle banche popolari dal Consiglio di Stato), figurarsi una Costituzione. Se una “riforma” è incomprensibile, il salto nel buio non è bocciarla, ma approvarla senza poterne prevedere le conseguenze.
Tu dici: “Ho votato al referendum contro le trivelle e non è servito a nulla, ora sto a casa”. Ma quella volta c’era il quorum, e la vittoria del Sì fu inutile. Stavolta il quorum non c’è e votare è comunque utile. Chi si astiene fa il gioco del Sì, cioè del governo che compra voti con soldi pubblici, false promesse e minacce farlocche: il governo che derise con i “Ciaone” e gli insulti i 14 milioni di cittadini che andarono a votare contro le trivelle.
Tu dici: “Non mi piace Renzi, ma ho paura di Grillo”. Grillo non sarà mai candidato. Ma, se ti spaventano l’inesperienza, il dilettantismo, i programmi o la struttura dei 5Stelle, motivo in più per votare No. Così Renzi dovrà cambiare l’Italicum, con una nuova legge elettorale anche per il Senato, senza più il ballottaggio fra i due primi partiti e il premio di maggioranza al primo che favoriscono il M5S. Inoltre il No evita l’uomo solo al comando e preserva contrappesi e poteri di controllo sul governo che il Sì alla “riforma” abolirebbe: così chiunque ci governerà sarà limitato da robusti argini che gli impediranno di allargarsi. Tu dici: “Voterei No, ma non voglio votare come Berlusconi e Salvini”. Ma, se voti Sì, voti come Verdini, De Luca, Alfano, Cicchitto, Bondi, Pera, Briatore, Vacchi, Ferrara, Confalonieri, Marchionne, Confindustria, i banchieri e tutti i poteri finanziari e internazionali che vogliono colonizzare vieppiù l’Italia (l’ambasciatore Usa, Juncker, Schäuble, Jp Morgan). Se voti No, sei in compagnia di Rodotà, Camilleri, Servillo, Casati Modignani e tanti altri artisti e intellettuali che hanno animato la serata del Fatto per la Costituzione, e poi Carlassare, Pace, Settis, don Ciotti, Di Matteo, Scarpinato, Caselli, Spataro, L&G, Md, Sel, sinistra Pd, M5S, Fiom, Cgil, Verdi. Ma la Costituzione è di tutti, anche di chi non ci piace, infatti fu votata nel ‘47 da partiti diversissimi fra loro. Normale che forze eterogenee votino allo stesso modo: non per fare alleanze, ma per difendere le regole del gioco. Se poi la Costituzione si salverà anche grazie a B. e Salvini che se ne sono sempre infischiati, vorrà dire che quei due almeno una cosa utile nella vita l’avranno fatta. A loro insaputa.
Tu dici: “Voterei No, ma temo che cada il governo innescando instabilità e speculazione internazionale”. I governi cadono solo se perdono la maggioranza e tutti i partiti che sostengono Renzi ripetono che l’appoggeranno comunque: la maggioranza di oggi sarà la stessa domani. Se poi Renzi si dimette per ripicca (“Muoia Sansone con tutti i filistei”) o per bottega elettorale, dopo averlo annunciato e poi smentito, è lui che crea instabilità senza motivo, non chi vota No. E i mercati, i fondi finanziari e le banche d’affari, che pure spingono la “riforma” per colonizzare meglio un’Italia ridotta a Repubblica delle banane, non si fanno mai cogliere impreparati: ora sono pronti sia allo scenario del Sì sia a quello del No. Come per la Brexit, che doveva provocare cataclismi e invece non ha fatto alcun danno.
Caro Incerto, se oggi non vai a votare No, potresti pentirtene domani. Il voto mancante e decisivo potrebbe essere proprio il tuo.