Puntano su Malta le indagini della Procura di Roma su Raffaele Marra. Al pm Barbara Zuin e all’aggiunto Paolo Ielo interessano le operazioni maltesi dopo una segnalazione dell’Uif, l’ufficio antiriciclaggio di Bankitalia.
I carabinieri sintetizzano così la questione: “sono stati rintracciati prelievi in contanti effettuati con carta di credito intestata a Marra presso atm maltesi. Su un conto corrente presso Barclay e intestato a Marra è pervenuto il 5 agosto 2013, un bonifico estero da 4 mila euro da un conto estero in essere presso istituto maltese, che pare riconducibile a Marra Catello, fratello di raffaele Marra”.
Poi sono state individuate operazioni di compravendita e di leasing su imbarcazioni, “concluse da marra a partire dal 2011, ancora in corso di analisi”. Poi spiegano i carabinieri: “fra il 2011 e il 2013 sono stati riscontrati sul conto intestato a Marra addebiti mensili per pagamenti di canone a favore della compagnia generale di Location d’equipment Sa e finanziamento nautico appartenente al gruppo Societe Generale. tali operazioni appaiono collegate a subentri in contratto di leasing e/o compravendite di imbarcazione intervenute tra Marra e diversi soggetti”.
“Tra maggio e giugno 2011 csi registrano sul citato conto”, secondo l’UIF, “quattro bonifici in ingresso da intermediario maltese per un importo di 240 mila euro che sembrano riconducibili alla cessione di un’imbarcazione”. I bonifici arrivano dalla Marsenne Yacht di Laguna Marina, nell’isola di Malta, che – come si legge sul sito – compra e rivende grandi barche “come Sunseeker, Princess, Fairline, Azimut, Ferretti”. L’11 maggio del 2011 Marra subentra a un regista romano che lavora con la RAI nel pagamento del leasing della sua barca. “Nel 2009 comprai una barca accendendo un leasing ma”, spiega il regista al Fatto, “costava troppo tenerla e ho detto alla Top Yacht di Cala Galera di venderla. Mi hanno dato 10 mila euro in contanti e girato il leasing all’acquirente. Scopro ora da voi che era Marra”.
Nel luglio del 2012 c’è traccia di una permuta di una barca con un imprenditore e poi il pagamento di quote per posti barca. Magari solo lecite transazioni di un amante della nautica ma che denunciano una buona capacità di spesa interessante per gli investigatori. L’UIF segnala anche che Marra “è stato beneficiario di alcuni assegni bancari per una somma complessiva di 30 mila euro emessi da agenzie partner della società di scommesse Snai a fronte di presunte vincite”. Le società sono la Ippica Talenti (per circa 21 mila euro) la Ge.Pe per 1.168 euro e la Laurentina Srl per 7 mila e 446 euro.
Nelle carte depositate per motivare l’arresto sono finite anche le trascrizioni delle conversazioni telefoniche e le sintesi di dialoghi di Marra e del suo presunto corruttore, Sergio Scarpellini, con terzi. L’ex locatore dei palazzi del Senato, della Camera e del Comune di Roma è stato chiamato da Marco Marsilio, deputato del Pdl fino al 2013 e ora segretario amministrativo del partito di Giorgia Meloni, Fdi.
Il 30 aprile scorso Marsi chiama il ‘Grande locatore’ per dirgli che sta con Antonio Paone, direttore generale di una Asl di Roma. Marsilio passa il telefono a Paone che gli spiega di essere il direttore di Roma B ed ex direttore di Roma C e che le due Asl dovranno unirsi in un unico stabile e che lui aveva pensato a quello di Largo Loria, dove un tempo erano gli uffici del Comune.
Quel palazzo è di proprietà dell’ente previdenziale dei giornalisti ed era stato sub-affittato da Scarpellini invece che dal diretto proprietario. L’Inpgi, per questa storia, ha subito perdite salate ed è interessante vedere che un’altra amministrazione pubblica, la Asl Roma 2, invece di andare a chiedere il palazzo a un ente che ne è il legittimo proprietario va a chiederlo a Scarpellini.
Paone nella telefonata dice di averne parlato con Flori Degrassi, commissario straordinario della Asl Roma 2, che dovrebbe risultare dall’unione della Asl Roma C e Asl Roma B. La Degrassi “è entusiasta”, dice Paone. Scarpellini nella telefonata spiega “Quello l’ho già rigirato all’Inpgi ma mò vediamo come ci possiamo muovere”. Ora a Regina Coeli sarà difficile muoversi per lui mentre sarebbe interessante capire se la Asl Roma 2 ha poi proposto all’Inpgi di affittare direttamente lo stabile di Largo Loria che tanto voleva quando a far da tramite era il politico di FdI e Scarpellini.
Tre le telefonate trascritte come sintesi nell’informativa omissata dei carabinieri ci sono anche un paio di conversazioni tra l’ex capo del personale Raffaele Marra e il capo della segreteria della sindaca Raggi, Salvatore Romeo. La prima telefonata è del 31 ottobre, sono i giorni in cui si decide il destino di Marra, che era stato rimosso dal posto di vice-capo di gabinetto del sindaco e aspirava al settore commercio. Tra i due si conferma un rapporto stretto. Romeo dice che “ha notato Virginia Raggi molto forte e molto incazzata mentre non si aspettava la non reazione dell’assessore Massimo Colomban” e Marra replica “è lui che è andato da Grillo”. È chiaro qual è lo schieramento delle forze sul caso Marra: di qua Romeo, Marra, Daniele Frongia e Virginia Raggi contro Grillo e gli altri.
Entrambi vorrebbero raccontarsi una cosa ma “non per telefono”. A un certo punto Marra commenta un articolo del direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio sul caso Marra dicendo che “ha fatto un bel lavoro”. Però il 5 novembre esce un’intervista a Marra di Valeria Pacelli e Antonio Massari che non ha fatto sconti a Marra, costretto a rispondere su tutto e anche a svelare qualche segreto, come la raccomandazione di monsignor D’Ercole per farlo assumere da Alemanno. Tre giorni dopo, l’8 novembre, Marra lo racconta a un giornalista non identificato di nome ‘Marco’ che ovviamente non è Travaglio ma qualcuno amico di D’Ercole. L’anonimo Marco riferisce a Marra di essere stato chiamato dal monsignore dopo l’intervista del Fatto.
Marra si lamenta con ‘Marco’ della parte in cui Massari e Pacelli gli contestano il conflitto di interesse sulla nomina del fratello, dirigente di Roma Capitale anche lui. E poi quella foto sua (di Marra) mentre parlano nel pezzo del costruttore Amore, imputato per turbativa d’asta e che secondo l’Espresso aveva ottenuto contratti nell’era in cui c’era Marra a dirigere il settore. Poi commenta la parte in cui lo incalzano fino a fargli dire della raccomandazione di D’Ercole. Marra dice a Marco di avere la registrazione del colloquio e si giustifica così: “digli (a D’ercole, Ndr) che dalla registrazione si capisce che lo sapevano già”. Alla fine, sintetizzano i Carabinieri così il commento di Marra al trattamento ricevuto: “stanno provando ad ammazzarmi”.