C’è un’inchiesta napoletana sulla corruzione di un dirigente della Consip, Marco Gasparri, da parte dell’immobiliarista Alfredo Romeo che fa tremare i palazzi romani. Non ci sono ancora altri indagati ma gli accertamenti in corso promettono riverberi sul Giglio Magico, cioè sui personaggi che, per ragioni familiari o politiche, fanno parte del cerchio più ristretto ed esclusivo che circonda il segretario del Pd Matteo Renzi.
L’indagine ieri è arrivata nel palazzo della prima stazione appaltante italiana: la Consip, la società del ministero dell’Economia che ogni anno compra dai privati, previa gara, beni e servizi da mettere a disposizione di tutte le pubbliche amministrazioni per un totale di 40 miliardi. Sono stati acquisiti documenti negli uffici dell’amministratore delegato, Luigi Marroni, 59 anni, nato a Castelnuovo Berardenga, nominato dal governo nel 2015 dopo la vittoria di Enrico Rossi in Regione Toscana, quando si è capito che il candidato alla segreteria del Pd in chiave anti-Renzi non lo avrebbe riconfermato come assessore alla salute. Marroni è stato dirigente dell’azienda sanitaria di Firenze per otto anni e da giugno 2012 era assessore alla Sanità in regione. La sua è stata una delle nomine più importanti dell’era renziana. Marroni ha un rapporto stretto con il ministro Luca Lotti e con quel Filippo Vannoni che oggi dirige la municipalizzata del servizio idrico Publiacqua.
Ieri i carabinieri del Noe di Roma e i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli sono entrati nel suo ufficio nel palazzo di via Isonzo dove ha sede la Consip su delega dei pm Henry John Woodcock, Celestina Carrano e Enrica Parascandolo. Gli indagati sono solo Romeo e Gasparri ma l’inchiesta è molto ampia. Decolla dopo il referendum che ha spaccato l’Italia consegnando il biglietto di ritorno verso Pontassieve al Matteo nazionale.
A rendere questa indagine interessante non è solo l’entità dell’appalto ma anche i legami dei soggetti che interessano gli investigatori. Romeo ha rapporti con un imprenditore di Scandicci che si occupava anche di distribuzione di farmaci a domicilio, Carlo Russo, 33 anni, e – secondo quanto risulta al Fatto – Russo è a sua volta in stretti rapporti con Tiziano Renzi con il quale condivide la passione religiosa e i pellegrinaggi a Medjugorje.
Anche l’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni, ha rapporti con Tiziano Renzi. Sono rapporti che non c’entrano direttamente con il reato contestato dai pm napoletani a Romeo e Gasparri ma indubbiamente potrebbero imbarazzare il padre di Renzi e di riflesso l’ex premier nel momento in cui gli investigatori si interessano di Consip.
Romeo al momento è accusato solo di avere corrotto il funzionario della Consip Marco Gasparri, a capo della direzione che si occupa delle gare per l’acquisto dei servizi per tutte le amministrazioni. Il funzionario si sarebbe messo a disposizione di Romeo per aiutarlo a vincere le gare. Il rapporto tra i due emerge già nel 2007 in una telefonata, irrilevante dal punto di vista penale, dell’indagine della Procura di Napoli che portò all’arresto di Romeo nel 2008. Molti anni dopo la sua ingiusta detenzione Romeo fu assolto dalla Cassazione e, a maggior ragione, in questa indagine si impone la massima cautela.
Nel mirino dei pm c’è l’appalto più grande d’Europa: Fm4, cioé facility management, la gara indetta nel 2014 da Consip per l’affidamento dei servizi gestionali degli uffici, delle università e dei centri di ricerca della Pubblica amministrazione. La convenzione vale 2 miliardi e 700 milioni di euro per una durata complessiva di 36 mesi e corrisponde all’11,5 per cento della spesa annua della Pubblica amministrazione. L’appalto è diviso in lotti e non è ancora stato aggiudicato, ma Romeo è a un passo dalla vittoria, insieme ad altri, in tre lotti.
Il 16 dicembre in gran segreto il manager Gasparri viene interrogato dai pm alla presenza del suo avvocato Alessandro Diddi. Il verbale è secretato per i suoi contenuti delicati. Non si parla solo di Fm4. Gasparri si dilunga anche sull’influenza dei politici sulle nomine in Consip, a partire da Marroni, e sulla gestione degli appalti da parte della società.
Appena quattro giorni dopo, i pm napoletani inviano finanzieri e carabinieri negli uffici di Marroni. Nel 2014, la stampa parlò a lungo dei contributi, registrati e leciti, della società di Alfredo Romeo alla Fondazione Big Bang di Matteo Renzi. Ora il rapporto tra Romeo e la famiglia Renzi potrebbe tornare di attualità per i rapporti con l’amico comune Carlo Russo. E non per i pellegrinaggi a Medjugorje.