Una forma di scouting democratica e innovativa”. Secondo l’anima editoriale del concorso IoScrittore, Oliviero Ponte di Pino, il concorso letterario, oltre che aver avuto molto successo, “risponde a una precisa richiesta degli scrittori”.
Si sentiva il bisogno di un altro premio letterario?
È vero, di concorsi per scrittori ce ne sono tanti in Italia. Ma questo ha avuto molto successo per due ragioni: la prima è che ha un premio dedicato agli esordienti; la seconda è che finora hanno partecipato 14 mila romanzi, portando in libreria 11 nuovi autori e 100 ebook. Quindi evidentemente risponde a una richiesta precisa.
Non è difficile in un Paese in cui tutti hanno un romanzo nel cassetto, ma nessuno legge.
Questo concorso invece è basato sul fatto che i partecipanti sono costretti a leggere le opere degli altri. Quindi diciamo che il Torneo, oltre a formare scrittori, forma anche lettori. Soprattutto cambia anche la prospettiva di chi scrive: non si scrive solo per se stessi, ma per qualcuno che leggerà.
Perché dite che è una forma di scouting democratico?
Perché è aperta a tutti e perché è crowdsourcing, cioè permette di sviluppare il proprio romanzo in maniera collettiva. Le opere infatti non sono giudicate da funzionari di case editrici o da critici letterari, ma dagli altri autori.
A proposito di “scouting”, ha ancora senso cercare talenti quando oggi chiunque può pubblicare anche senza una casa editrice?
Fare scouting si può ancora e anzi si deve. Perché la cosa importante non è pubblicare i libri, ma farli arrivare ai lettori, in modo da far arrivare il guadagno agli scrittori e non solo alle case editrici. Chi fa impresa deve avere questo come scopo: scovare talenti che siano anche vendibili.
I talenti si creano?
L’editor non crea il talento, ma accompagna l’autore nella creazione per fare in modo che migliori il prodotto. Nel caso del Torneo “Io scrittore” sono i consigli degli altri partecipanti-lettori a migliorare l’opera. È un meccanismo di creazione collettivo, come dicevamo prima, che accompagna lo scrittore. Certo sta sempre a lui volere e sapere cogliere i consigli e inserirli nel proprio romanzo.
Le “scoperte” che ha fatto il concorso finora?
Valentina D’Urbano, Giuseppe Marotta, Ignazio Tarantino, solo per fare alcuni nomi.
Qual è il romanzo tecnicamente più riuscito che sia arrivato?
Non posso rispondere a questa domanda, mi dispiace. Sa come si dice: ‘Ogni scarrafone…’.
Ci sono novità in questa edizione?
Diciamo che è un’edizione di stabilizzazione. Si consolida la strada. Poi abbiamo anche un sito Internet in cui pubblichiamo consigli, idee, errori da non commettere e spunti di riflessione per scrivere un buon romanzo.
La qualità media delle opere che vengono inviate?
La qualità è molto variabile. La cosa da sottolineare è che chi partecipa a più edizioni migliora da un anno all’altro. Da un’edizione all’altra si scala la classifica e questo anche grazie ai consigli che riceve nell’edizione precedente.
Cosa vorrebbe leggere?
Mi piacerebbe leggere qualcosa che mi sorprenda. In genere il problema che ha chi fa scouting e va a caccia di talenti è che tradizionalmente il rischio è iniziare a leggere con qualche pregiudizio. In realtà le cose non sono mai quelle che uno si aspetta e bisognerebbe leggere i libri senza partire con dei cassetti in cui inserire ciò che si legge. Per questo vorrei qualcosa che mi sorprendesse.
Oltre al sito, chi volesse conoscere il Torneo dove vi trova?
Può venire a Torino il 19 gennaio alle 18 al Circolo dei Lettori.