Telecamere che non funzionano. E computer che non registrano le immagini. Accade nella sala crisi della Questura di Roma che deve affrontare le emergenze per il terrorismo. Risulta dalla documentazione interna in possesso del Fatto. I dirigenti hanno inviato almeno 12 solleciti perché gli apparecchi, appena installati, fossero riparati: “Permangono problematiche nella sala crisi della Centrale operativa telecomunicazioni, utilizzata durante le esercitazioni per attacchi terroristici a Roma, che attualmente risulta impossibilitata alla visione delle immagini di videosorveglianza. Stante le ripetute segnalazioni e l’importanza del sistema a supporto dell’ordine e della sicurezza pubblica si resta in attesa di un urgente riscontro”, ha scritto il 13 gennaio scorso il direttore telecomunicazioni Lazio della Polizia. Di cosa parliamo? “Nella sala operativa della Questura, in occasione del Giubileo, è stato realizzato un centro dove i vertici della polizia romana dovrebbero affrontare le emergenze. Dovrebbe essere il top della tecnologia”, racconta una fonte interna alla Questura. Che aggiunge: “Sia chiaro, prevenzione e controllo funzionano. Roma è sicura”.
Ma il problema esiste. E riguarda le telecamere delle principali piazze indicate come obiettivi di attacchi (non riportiamo l’elenco per motivi di sicurezza). Scrivono i dirigenti della Polizia: “Si fa seguito a precedenti comunicazioni e solleciti e si trasmettono ulteriori segnalazioni di guasti alla videosorveglianza”. L’oggetto della lettera: “Giubileo straordinario, fornitura, messa in funzione e manutenzione del sistema di videosorveglianza per la Questura. Trasmissione problematica sala crisi”. La lettera è stata inviata al Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Si chiedono “riscontri riguardo alla gestione e alla reportistica” dei reclami “da parte della Tim (il cronista ha chiesto alla società se volesse commentare la vicenda, ndr), al fine del corretto monitoraggio del servizio… si deve nuovamente sottolineare l’urgenza di una risoluzione dei problemi da parte della società affidataria della realizzazione e manutenzione del sistema”. L’11 gennaio – riprendendo una nota del 24 dicembre 2016 – parte l’ennesimo sollecito: “Due computer sono installati nella sala crisi, ma la struttura è impossibilitata alla visione delle immagini” di videosorveglianza. L’11 gennaio altro “sollecito” che fa seguito a uno del 7 novembre: “Malfunzionamento di una telecamera” in una piazza a massimo rischio. “Il personale di questo ufficio ha sollecitato l’intervento al fine di evitare ulteriori conseguenze negative per l’ordine pubblico”. Poi ecco un “malfunzionamento” anche alla telecamera che sorveglia la piazza della movida romana dove si ritrovano ogni sera centinaia di giovani. Ancora: un “secondo sollecito” – dopo quello del 14 dicembre – sul “malfunzionamento registrazioni immagini telecamere”. In caso di emergenza i filmati non sono nemmeno registrati. La Questura chiede “interventi per evitare ulteriori perdite di dati”.
I sindacalisti Filippo Bertolami (Pnfd) e Cecilia Poggi (Cisal) commentano: “Il prefetto vuole migliorare la videosorveglianza dopo gli atti vandalici al Colosseo. Ma perfino la sala antiterrorismo della Questura non può vedere le immagini, né salvarle. Chiediamo a Marco Minniti e Gabrielli che siano individuati i responsabili della situazione”. Bertolami e Poggi chiedono “trasparenza negli appalti. Invece di fare ricorso a contratti esterni dovrebbero essere impiegati, a costo zero, migliaia di poliziotti appartenenti ai ruoli tecnici”. Ultimo punto: “La polizia deve rivolgersi a un numero verde per segnalare i guasti. Possibile?”.