Raffaele Cantone e il fratello Bruno sono stati sentiti come persone informate dei fatti ieri dalla Procura di Napoli in merito ai loro rapporti con l’imprenditore Alfredo Romeo, indagato a Napoli per corruzione nell’ambito dell’indagine sugli appalti della Consip. Come Il Fatto aveva già raccontato il 17 gennaio, il presidente dell’Anac era già stato sentito dai pm di Napoli Henry John Woodcock, Enrica Parascandalo e Celeste Carrano in merito ai suoi rapporti con l’imprenditore campano e sul ruolo di un’amica magistrato, Rosita D’Angiolella, che conosce bene entrambi.
Il Fatto aveva raccontato anche dell’esistenza di un incarico professionale di Romeo al fratello avvocato del presidente dell’Anac. A distanza di quattro giorni dalla pubblicazione del nostro articolo, Raffaele Cantone è stato riascoltato dai pm di Napoli che hanno voluto sentire separatamente anche il fratello avvocato.
Cantone voleva precisare che non ha mai parlato della sua attività in Anac con il fratello avvocato. All’esito delle due audizioni i pm napoletani hanno ora un quadro più preciso. L’imprenditore Alfredo Romeo, 63 anni, patron di un impero nella gestione dei palazzi, compreso il Quirinale che spicca sull’home page del sito, nel 2015 ha un interesse per un parere dell’Anac che riguarda un concorrente. Una cooperativa della provincia modenese, Cpl Concordia, incappata nel 2014 in un’inchiesta della Procura di Napoli per corruzione.
Il Prefetto di Modena però nel 2015 riammette la coop nella cosiddetta white list delle imprese abilitate a partecipare alle gare pubbliche. Romeo preferirebbe fosse esclusa dalle gare della Consip che fanno gola all’imprenditore campano. L’Anac riceve un quesito della Consip in merito.
In quel periodo Romeo invita il presidente dell’Anac a un convegno organizzato da un’associazione che ha sede nei suoi uffici romani in via della Pallacorda fondata dalla sua società con il Cresme Consulting.
Nelle more dell’organizzazione del convegno, il 21 ottobre 2015 Raffaele Cantone firma un parere che lascia la Cpl Concordia nella white list e che quindi non asseconda i voleri di Romeo. Il convegno di Romeo e Cresme si tiene un mese dopo, il 27 novembre, a Roma all’Auditorium dell’Ara Pacis. Alfredo Romeo, oggi indagato per corruzione nell’inchiesta Consip e in passato arrestato ingiustamente e poi prosciolto per una presunta turbativa a Napoli nel 2008, parla di “new deal”. Cantone parla anche lui senza imbarazzi e fa capire di avere posizioni diverse su alcune richieste di modifiche normative. Insomma l’amore, nonostante l’amica in comune, il magistrato Rosita D’Angiolella, non sboccia. Poco prima del convegno Cantone riceve una telefonata dalla sua collega e amica ben introdotta a Roma: fino a 20 giorni fa era capo ufficio legislativo del ministro della pubblica istruzione. D’Angiolella è in ottimi rapporti con Romeo e in quella telefonata a Cantone si informa sulla partecipazione del collega al convegno.
I pm napoletani inseriscono questo comportamento in un quadro più ampio e stanno valutando se sia il caso di indagarla per traffico di influenze. Nello stesso mese di novembre del 2015 i tentativi di avvicinamento di Romeo proseguono. Uno dei due fratelli minori, l’avvocato Bruno Cantone, 44 anni, riceve un incarico di consulenza da Romeo proprio a novembre 2015. Bruno Cantone ha spiegato così la vicenda ieri ai pm. Gli uffici di Romeo e quelli del suo studio si trovano casualmente nello stesso palazzo al Centro direzionale di Napoli. Conosce Romeo, per una questione di lavori nel palazzo, e subito l’imprenditore gli offre di seguire gli aspetti legali di un’acquisizione immobiliare all’estero.
Il rapporto presto si amplia a un incarico di consulenza annuale. Il 2 dicembre 2015 l’avvocato Bruno Cantone presenta un ricorso per Romeo Gestioni Spa al Tar di Napoli. Cinque mesi dopo, nel mese di aprile del 2016, Raffaele Cantone viene sentito per la prima volta dai pm di Napoli, che gli fanno domande sui rapporti con Romeo e con la collega D’Angiolella. Un mese dopo l’audizione del fratello, l’avvocato Cantone rimette la consulenza e il mandato. Anche se la sentenza del Tar di Napoli di novembre 2016 non registra la sua uscita di scena, per ragioni formali, il rapporto si chiude lì.
Sarebbe importante capire quanto era disposto a pagare Romeo per i servizi dell’avvocato. Dopo il primo articolo del Fatto, Cantone Jr ci aveva scritto con cortesia estrema: “Sono ovviamente a Sua disposizione, se vorrà, per chiarire il corretto svolgimento dei fatti”.
Ieri gli abbiamo posto due domande semplici: 1) l’importo della consulenza e delle parcelle; 2) se la decisione di rimettere il mandato fosse legata all’esame del fratello da parte dei pm. Il tono è allora cambiato: “Io invece vorrei sapere – ci ha risposto Cantone Jr – come fa lei ad avere il numero del mio cellulare che non è presente in banche dati e non è pubblico”. Gli abbiamo risposto che si trova sul sito internet dell’Ordine di Napoli e lo abbiamo pregato di rispondere alle domande ma è scomparso.