L’impatto li ha colti nel sonno mentre il bus correva verso Budapest, dove l’arrivo era previsto per le otto del mattino. Sono morti così, di ritorno da una gita scolastica in Francia, 16 studenti di un liceo classico ungherese vittime di un devastante incidente sulla A4 Torino-Trieste nella notte tra venerdì e sabato, all’altezza del casello di Verona Est. Per cause da accertare un autobus della ditta ungherese Pizolit Busz, partito dalla Francia venerdì, si è schiantato intorno alle 23 contro un pilone del cavalcavia vicino a San Martino Buonalbergo, disintegrandosi nella parte destra.
Le fiamme divampate in pochi istanti non hanno lasciato scampo ai giovani, tutti tra i 14 e i 18 anni, rimasti intrappolati nell’abitacolo. Altri 13 passeggeri gravemente feriti (uno è in coma) sono ricoverati negli ospedali veronesi di Borgo Trento e Borgo Roma, mentre 13 ragazzi con ferite più lievi sono stati dirottati a San Bonifacio. La polizia stradale di Verona ha soccorso e ospitato in una caserma gli altri 12 studenti usciti illesi dal tremendo impatto.
Agli automobilisti e ai soccorritori arrivati sul luogo dell’incidente si è presentata una scena “apocalittica”: l’autobus avvolto dalle fiamme, i corpi riversi sull’asfalto mentre i superstiti tentavano di rompere i vetri del bus e di mettersi in salvo ai lati della carreggiata. “Ho visto gente bruciata viva, sono immagini terribili che non potrò mai dimenticare – è la testimonianza di uno degli automobilisti che seguivano, rimasto bloccato in coda – si sentiva urlare, alcuni erano usciti dal finestrino in maniche corte, c’erano 3 gradi sotto zero”.
Il console generale d’Ungheria a Milano, Judit Vilma Timaffy, accorso a Verona, ha incontrato alcuni dei sopravvissuti: “Le persone che erano sedute nella parte posteriore del pullman si sono salvate – ha raccontato Timaffy –. Un professore di educazione fisica ha salvato molti di quelli che erano a bordo rientrando nel mezzo: è ricoverato con ustioni alla schiena”. I suoi due figli, Laura e Balazs, sono invece entrambi morti nell’incidente. A bordo del pullman c’era anche la moglie del docente “che ha visto morire la figlia”, ha detto il console. “Il ragazzo non l’hanno proprio visto ma purtroppo è tra i deceduti”.
La Procura di Verona ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio stradale colposo plurimo. “La situazione è molto complessa – ha spiegato il procuratore aggiunto reggente Angela Barbaglio – sia dal punto di vista della causa o, sia per le difficoltà legate allo stato dei corpi delle vittime per l’identificazione. Dobbiamo sapere la causa della morte di 16 persone”. Per il momento non sarebbe stato identificato neanche l’autista, impossibile dire se abbia avuto un malore. Un camionista sloveno ha raccontato alla polizia di aver notato il motore del pullman ungherese emanare fumo nero e cominciare a prendere fuoco all’altezza di Desenzano, nel Bresciano, circa 50 chilometri prima dell’impatto. Ha provato a segnalare il guasto all’autista con il clacson e gli abbaglianti, ma senza successo. Quando ha rivisto il bus era ormai in fiamme a Verona Est.
aggiornato da redazioneweb alle 11:05 del 22 gennaio