Segnalo un fatto curioso che resterà, nel suo piccolo, nella storia del giornalismo. Il più importante giornale americano (non il solo, ma alla testa di una accanita opposizione) “apre” la prima pagina con il titolo ‘Preservare la santità dei fatti veri’. Il testo è l’esortazione a colleghi e concittadini “a preservare la santità dei fatti contro il dilagare come una infezione della falsità e dei ‘fatti alternativi’ dalla Casa Bianca di Trump (…) La velocità di Trump taglia la strada ai fatti veri, e questa è la minaccia dei nostri giorni (…) Certe volte mi chiedo quando sarà il momento di Trump per l’incendio del Reichstag” (Roger Cohen, New York Times, 11.02.2017). Roger Cohen è tra le grandi firme del giornale (dopo esserlo stato per il Wall Street Journal).
Nello stesso giorno il più importante giornale italiano (Il Corriere della Sera) apre la prima pagina con un articolo che, nella tradizione giornalistica locale, è “editoriale” ovvero pensiero del giornale, dal titolo ‘Il consenso dei leader alieni’ di Pierluigi Battista. Se il titolo è incomprensibile, l’articolo è chiaro: “Donald Trump e Silvio Berlusconi sono diversissimi tra loro e solo la nostra superficialità pigra è incapace di coglierne le indifferenze. Ma è identico, nel corso degli anni, il muro di incomprensione che impedisce alle élite, a chi fa opinione, a chi si ritiene membro di diritto e per nascita della parte giusta della storia, a chi è offuscato da una invincibile repulsione per i nababbi alieni che sanno conquistare l’immaginario del popolo becero, di capire che cosa vogliono da loro gli elettori che li hanno votati e continueranno a votarli” (… Le élite, ndr) proprio non riescono a capire quale è il rapporto di identificazione emotiva tra questi “alieni” e il popolo che si entusiasma di loro.
Il fatto giornalistico da notare è questo. Non un solo giornale del livello del Corriere pubblicherebbe oggi, in Usa, un simile articolo (parlo degli argomenti, non della scrittura) dopo che Trump ha dichiarato pericolosi criminali interi popoli con cui l’America non è in guerra (ma se mai in debito di soccorso) e li ha privati dei loro diritti mentre erano in viaggio, chiudendoli negli aeroporti, come se ci fosse stata una emergenza che non c’era (uno dei famosi “fatti alternativi” teorizzati dai collaboratori di Trump) e li ha trattenuti illegalmente fino a quando giudici federali (di nomina repubblicana) li hanno liberati e poi hanno dichiarato illegale l’intera operazione.
S’intende che l’editorialista del Corriere (ed ex vice direttore) stupisce quando accusa le élite di non capire il legame stretto fra gli elettori (tre milioni in meno delle élite, che non lo volevano) e il loro nuovo, estroso leader. Probabilmente Battista vuole dirci che, perché è troppo giovane, non ha mai visto il filmato del grande comizio hitleriano nella piazza di Norimberga, piuttosto affollata di affezionati sostenitori di Hitler, fiaccole nella notte e urla di adesione totale. Accade, nella storia che non solo le élite, ma anche masse di cittadini caschino in questa aristocratica e pigra voglia di non capire l’alieno. A volte c’è anche chi si fa la prigione e la Resistenza. E, nel meraviglioso mondo di Berlusconi, la querela continua era un ottimo strumento per tenerti occupato e preoccupato tutto il tempo per avere irritato “l’alieno”.
Resta però una domanda all’autore dell’articolo di difesa appassionata dell’uomo più bugiardo (parola di Roger Cohen) e meno amato (parola di Paul Krugman) mai diventato leader del grande Paese America. È una domanda per l’autore dell’articolo, che non è un libero free-lance di passaggio. È insediato come editorialista di uno dei grandi giornali d’Europa: chi sarà l’élite? O meglio: come può esserci senza di lui? E chi sarà l’establishment, se non vive e lavora nello stesso palazzo di vasta e stimata impresa editoriale di punta in cui lui, Pierluigi Battista svolge la sua funzione direttiva? Vorrei avvertire il collega che usare, come fa lui, “élite” ed “establishment” come in altri contesti si usa la parola massoneria per evocare contesti oscuri, forse non è la cosa giusta perché racconta un clima alla Erdogan, che accusa sempre gli stessi colpevoli.
Non sarà un po’ a disagio, Battista, quando il lettore alzerà la testa dall’articolo e si domanderà: ma lui chi è? Suggerisco un po’ di attenzione. Se fra poco vince Le Pen, che odia i neri, ma anche gli ebrei dovremo ricominciare con la storia delle élite che non capiscono? Vorrei ricordarti, Pierluigi Battista, che élite erano anche quei buoni a nulla che hanno scritto la Costituzione americana. E quei perdigiorno che hanno scritto la nostra. Se vuoi tirarti fuori dal gruppo e fingere di essere Salvini, padrone. Ma insultare in solitudine mondiale chi difende (negli Usa in tanti, in Italia non so, dopo la comparsa di articoli come quelli del Corriere) il diritto di non essere governati dai Berlusconi e dai Trump, mi sembra sorprendente, sbagliato, come ci ha già detto la storia a proposito di Berlusconi.