“Ma quale visita a casa di Carlo Russo nel Salento! Non diciamo caz…te”.
Michele Emiliano sembra più imponente e meno bonario del solito. Quando il cronista lo affronta a sorpresa con la domanda secca – “Lei è mai stato a casa di Carlo Russo in Salento?” – il presidente della Regione Puglia si inalbera: “Mai. Come le viene in mente che un presidente di Regione vada al mare a casa di un soggetto simile?”.
Emiliano tira fuori il telefonino e così, su due piedi, fa il colpo di teatro: “Eccoli tutti gli sms con Russo: si interrompono nel 2015. Ed ecco il messaggino di Lotti che mi dice di incontrarlo”. Luca Lotti? Il cronista sobbalza, ma finge un distratto interesse. Per dimostrare la sua totale estraneità al giro di Russo e dei Renzi, Emiliano mostra pure gli sms con il padre dell’ex premier nel 2015: “Ecco qui. Era lui che tentava di incontrarmi in un hotel a due passi da casa mia. Ma non ci siamo mai visti. Soddisfatto?”.
Eravamo andati a verificare una notiziola (i presunti rapporti di Emiliano con Carlo Russo e Tiziano Renzi, cioè tra il “nemico” di Renzi da un lato e il babbo e l’amico dall’altro) e ci ritroviamo tra le mani una grossa notizia: il ministro Lotti, indagato a Roma per favoreggiamento e rivelazione di segreto in un’indagine che vede al centro proprio Carlo Russo e Tiziano Renzi, accreditava lo stesso Russo addirittura con il governatore pugliese come uno “da stare a sentire”.
Alcune intercettazioni ambientali eseguite dal Noe dei carabinieri negli uffici dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo, nell’estate del 2016, svelano che:
1) Carlo Russo, amico di Tiziano Renzi, propone a Romeo un affare immobiliare da realizzarsi col padre dell’ex premier in Puglia, per l’esattezza a Castro dove lo stesso Russo ha casa;
2) in quel contesto Russo si vanta con Romeo dei rapporti con Emiliano e con il viceministro allo Sviluppo economico, la pugliese Teresa Bellanova. Nella lunga conversazione intercettata dal Noe, su delega dei pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano, Romeo cerca di “assoldare” Russo per entrare, grazie a questo imprenditore farmaceutico di Scandicci, nelle grazie del padre di Matteo Renzi;
3) Russo, in quel giorno d’estate, racconta a Romeo, per accreditarsi, che la Bellanova è stata a casa sua più volte e in quel contesto dice che anche Emiliano “sta venendo” o addirittura “sarebbe già venuto” a trovarlo.
4) quando Romeo, con sorpresa, lo interrompe facendogli notare che il premier e il governatore avevano litigato, Russo aggiunge che papà Tiziano sta tentando di propiziare la pace e che per questo avrebbe fatto addirittura appostamenti vicino a casa di Emiliano per incontrarlo. Questo è quello che dice Russo a Romeo. Teresa Bellanova, invece, fa sapere – tramite l’ufficio stampa – di aver “mai visto né Carlo Russo né Tiziano Renzi né di essere entrata in una casa del Salento”.
Su Repubblica, nei giorni scorsi, è uscita la notizia delle intercettazioni sugli affari in Salento (in questa versione con Tiziano Renzi) proposti da Russo a Romeo. La notizia è stata relegata nell’edizione napoletana del quotidiano. Così, lo scoop dei bravi colleghi Dario del Porto e Conchita Sannino è detonato sotto al Vesuvio, tra una sparatoria al Vomero e uno scippo a Chiaia. Nemmeno Emiliano (non citato nell’articolo) ha potuto leggerlo.
Quando poniamo a Emiliano la domanda se Russo gli abbia mai parlato di affari nel Salento, lui prima resta sorpreso e poi si inalbera: “Le apro il telefonino davanti. Conservo tutto io. Questo è il primo messaggio mio a Luca Lotti”. Emiliano prosegue il suo racconto con il telefonino in mano: “Vede, era ottobre 2014, Renzi era da poco premier, io scrivo a Lotti: ‘Conosci un certo Carlo Russo che sta venendo a Bari a ‘sostenermi’ dicendo che è amico tuo e di Maria Elena Boschi?’ Lotti – dice ancora Emiliano – mi risponde laconico, come lei vede: ‘Lo conosciamo’. Allora io insisto con questo altro messaggio: ‘In che senso? Lo devo incontrare o lo devo evitare?’. E questa qui – racconta il governatore – è la risposta di Lotti: ‘Ha un buon giro ed è inserito nel mondo della farmaceutica. Se lo incontri per 10 minuti non perdi il tuo tempo’”.
Effettivamente Russo si occupava di consegna di farmaci a domicilio a Firenze. “A quel punto – prosegue Emiliano – io ho incontrato Russo. Senza il messaggio di Lotti non ci sarei andato. Si presentava come un rappresentante di Renzi e dei suoi. Mi ha invitato a cena con il presidente della Confindustria di Lecce che io peraltro già conoscevo di mio. Non capii il senso della cosa. Diffidai a fiuto anche se diceva di essere amico di Matteo Renzi e di tutti i suoi uomini di fiducia. Forse mi accennò al discorso dei farmaci a domicilio che faceva in Toscana. Ma evitai di approfondire. Poi – aggiunge Emiliano – ad agosto si è fatto risentire tramite la mia segretaria. Si presentò a lei come l’amico di Tiziano Renzi. Disse di riferirmi che aveva avuto un mandato da Matteo Renzi in persona a incontrarmi riservatamente per ‘trovare una quadra’, cioè per fare la pace ma – precisa Emiliano – parliamo di un anno prima rispetto alle conversazioni con Romeo. Comunque io Russo non lo incontrai. I rapporti si erano già rotti con Renzi da tempo. Russo non mi invitò mai a casa sua tantomeno nel 2016. Né io mai ci sarei andato. Dal 2015 io Russo non l’ho più visto”.
E Tiziano Renzi? “Mi voleva incontrare e, ovviamente, visto che era il padre del mio segretario, non vedevo problemi. Però non ci trovammo mai con le date. Ecco qui, aspetti che cerco i messaggi”. Emiliano ricomincia a digitare sullo smartphone. Nel febbraio del 2015, il padre del premier gli scrive che è a un convegno in un hotel a Bari. Emiliano spiega: “Si trova a due passi da casa mia, ma io ero fuori”. Forse è questo l’appostamento a cui fa riferimento Russo? O sono millanterie? Emiliano chiude il telefonino e ammonisce: “Io le ho mostrato queste conversazioni solo per farle capire che dico la verità, lei però non le riporta vero?”.