“Il duo V&M” o anche “la bella accoppiata FV&LM”. Così siglavano il loro rapporto l’amministratore delegato di Consip, Luigi Marroni e Filippo Vannoni, presidente della società pubblica fiorentina Publiacqua ed ex consulente del governo per le politiche economiche. Il “duo” è lo stesso che poi davanti ai magistrati accuserà il braccio destro dell’ex premier, Luca Lotti, della prima fuga di notizie, quella che avverte i vertici Consip dell’inchiesta allora della Procura di Napoli.
Per Marroni è importante avere un rapporto con il fiorentino Vannoni, che gli farebbe da collegamento con Matteo Renzi. I carabinieri del Noe in un’informativa del 9 gennaio, spiegano che il referente di Marroni – il quale “non ha un’interlocuzione diretta con Matteo Renzi” – è proprio “Vannoni”, che “oltre ad avere un’interlocuzione diretta con il premier” funge “da ‘portavoce’ e da collettore tra le istanze” di Marroni. In un verbale del 20 dicembre 2016, Marroni spiega: “Anche Vannoni una prima volta subito prima dell’estate del 2016 e una seconda volta una ventina di giorni fa mi ha detto e ribadito che avevo il telefono sotto controllo; il Vannoni non mi ha detto da chi lo aveva appreso”. Questo passaggio viene letto a Vannoni quando viene sentito come persona informata sui fatti (non è indagato) dai pm di Napoli. Il manager risponde: “Ricordo di aver detto a Marroni che aveva il telefono sotto controllo, ma in questo momento non sono in grado di dire chi e in che termini mi abbia dato questa informazione; sicuramente, prima di parlare con il Marroni e dirgli che aveva il telefono sotto controllo, il Lotti mi ha sicuramente detto che c’era una indagine su Consip”. I magistrati gli ricordano che come testimone ha l’obbligo di dire la verità e lui aggiunge: “Non riesco ad avere un ricordo nitido di tali vicende (…) In questo momento non ricordo se ho parlato delle indagini su Consip e su Marroni con Lotti; non lo escludo ma non lo ricordo”.
I pm insistono. “Facendo mente locale – dice Vannoni – vi dico che effettivamente fu Lotti a dirmi che c’era una indagine su Consip”. Poi aggiunge: “Ricordo che il presidente Renzi mi diceva solo di ‘stare attento’ a Consip”. Vannoni conosce Matteo “in quanto entrambi abbiamo militato nei boy scout di Firenze”. Luca Lotti invece lo ha conosciuto “nel 2008-2009 quando era segretario di Renzi”, così dice Vannoni.
Agli atti ci sono molte attente telefonate del “duo V&M”, Vannoni e Marroni, tanto che il Noe annota: “Ciò che colpisce tra i due è l’accortezza nel parlare al telefono e nel non riferire mai nomi delle persone cui fanno riferimento se non rare volte e qualora ciò sia assolutamente necessario ma anche in questo caso facendo ricorso ad appellativi”. Entrambi intercettati, chiamano l’ex premier “capo”. “Sto andando dal capo”, dice in una intercettazione del 13 ottobre 2016 Vannoni. “Il soggetto a cui entrambi accennano in modo generico – scrive il Noe – altri non potrebbe essere se non Renzi”. Il 13 settembre 2016 invece Marroni manda un messaggio a Vannoni: “Lo vedi? (…) Andiamo forte (casomai diglielo) siamo una bella accoppiata FV&LM”.
Il 12 ottobre Vannoni conferma a Marroni che deve vedere “L’uomo”. Marroni dice invece di aver incontrato in treno il sindaco di Firenze Dario Nardella e di aver pranzato con lui. Poi aggiunge: “Mi diceva un po’ di quelle cose, poi ti racconto, insomma sembra bene…”. E Vannoni: “No no, come ti ho detto quella cosa lì la dà per fatta”. Marroni quindi gli chiede di dire al “boss” che “gli vogliamo tutti bene”. Vannoni risponde che “lui dice sempre una cosa sola, quella del referendum”. Sembra proprio che parlino di Renzi già a ottobre impegnato nella campagna referendaria.
Quando poi viene annunciato il risparmio di Consip dello scorso anno, il 15 ottobre, Marroni manda un messaggio all’amico: “Renzi ha citato in conf stampa Consip tua con risparmi vari e il miliardo scritto da messaggero…”. Vannoni: “Lo vedi, hai lavorato bene”. E Marroni replica: “Dai amici siamo un bel team! (…) Il duo V&M!!”.
Ma c’è un altro aspetto inedito che emerge dalle carte. Durante il suo interrogatorio, Marroni dice che “Lotti (…) durante un incontro da lui (…) mi informò che si trattava di un’indagine che era nata sul mio predecessore Casalino e che riguardava anche l’imprenditore Romeo”. Poi fornisce un dettaglio: “Delle intercettazioni ambientali nel mio ufficio l’ho saputo non ricordo se da Lotti o da Nicola Centrone, suo stretto collaboratore”. Nicola Centrone è il capo della segreteria tecnica di Luca Lotti, ufficio di stretta collaborazione con il ministro. Classe 1978, è stato dal 2005 al 2008 nel cda dell’Azienda regionale diritto studio universitario di Firenze. Dopo esser stato capo della segreteria di Dario Nardella, allora vicesindaco, è diventato consulente parlamentare nel 2013 e 2014. Ora lavora con Lotti. Il Fatto ha provato a chiedere chiarimenti a Centrone, senza riuscirci.