Prima del voto le denunce. Passa per gli avvocati la sfida politica di Rignano tra il Pd e il sindaco Daniele Lorenzini che ha deciso di abbandonare il partito presentandosi con una lista civica alle Amministrative dell’11 giugno. Denunce e accuse che però si sono rivoltate contro ai dem. L’assessore nonché fedelissimo renziano Roberto Bargilli, noto come Billy, l’autista dei camper del fu rottamatore, ha accusato Lorenzini di aver ricevuto 10mila euro di finanziamento per la campagna elettorale alle Regionali del 2015 da Carlo Russo, l’imprenditore amico di Tiziano Renzi e pure lui indagato in uno dei fascicoli Consip. Russo è anche un conoscente di Bargilli, tant’è che agli atti c’è la comunicazione con la quale Billy avvisa Russo di non cercare più Tiziano: era arrivata notizia delle indagini Consip.
Lorenzini ha ammesso di aver ricevuto quei fondi ma ha spiegato, documenti alla mano, che a reperirli era stato Tiziano attraverso Russo, che quei fondi li aveva ricevuti dal Pd nazionale tramite la Securtrak e soprattutto che quei soldi finirono tutti alla Eventi6, la società della famiglia Renzi che gestì la comunicazione.
Un boomerang per il Pd. Che ieri ha preferito lasciare cadere la vicenda spostandosi su un’altra, sempre relativa a Lorenzini: il sindaco l’11 maggio aveva presentato un esposto nel quale ricostruiva citando pure tre testimoni che un suo candidato era stato minacciato e costretto a rinunciare al posto in lista. Nell’esposto non vi è alcun riferimento al partito ma solo i nomi dei soggetti che avrebbero compiuto le minacce verbali. Ieri però il Pd ha presentato una denuncia per diffamazione e calunnia nei confronti di Lorenzini. Il sindaco è stato querelato anche dalla Eventi6. A Rignano la campagna elettorale è serena.