Beppe Grillo voleva cacciarlo subito dopo la sua intervista, pubblicata dal Fatto il 5 novembre scorso, dice al telefono Raffaele Marra – sotto processo con l’accusa di concorso in corruzione in concorso con il costruttore Sergio Scarpellini – e si chiede: “Come mi cacci via che sono un dirigente pubblico?”. Sostiene che dietro la richiesta di Grillo vi siano tre parlamentari del M5S e definisce “mignotte mentali” Roberta Lombardi, Carla Ruocco e Paola Taverna. Poco lusinghiere anche le parole riservate a Virginia Raggi che, sostiene Marra, per quanto riguarda la nomina di suo fratello – Renato Marra – a capo del dipartimento turismo, “sta facendo la vittima”. La nomina di Renato Marra è nel fascicolo d’indagine sulla Raggi, accusata di aver detto il falso, quando ha sostenuto di aver nominato il dirigente senza consultarsi con suo fratello Raffaele. “Basta a fare la vittima!”, dice Marra intercettato, “Diglielo ‘basta a fare la vittima’, si lamenta sempre! Io le ho mandato i messaggi e lei non mi risponde e io che cosa posso fa’?”. E ancora: “Mi deve dire che io so’ scorretto. Ha paura di dirmi che io so’ scorretto. Perché io la mando a fanculo. Se lei mi dovesse di’ ‘tu non me l’hai detto’, io direi ‘guarda, sei ‘na bugiarda’”. Sono giorni in cui la Raggi sembra evitarlo: “Non vuole parlare con me perché dice che non ha tempo. Ma non è una giustificazione. Ma perché non vuole parla’ con me? Perché ha paura… perché quando lei parla con me è in soggezione… in questo momento non è in grado di sostenere la conversazione con me. E allora evita, scappa”.
Al telefono
Così Raffaele Marra parlava della Raggi: “Con me ha soggezione, scappa”
Corruzione - Le conversazioni del funzionario inquisito
23 Giugno 2017