l’intervista

Formigoni: “Mi dicono pirla, non corrotto. Il Celeste non si scomunica. Ho avuto successo perché sono forte e bravo”

Roberto Formigoni - Dopo la condanna per corruzione, il senatore non teme il pugno duro del Papa: “Sono bravo e forte: innocente”

23 Giugno 2017

A me interessa soltanto parlare del processo.

Le mie erano notazioni intimiste.
Non sono interessato alle sue notazioni.

Roberto Formigoni è stato condannato a sei anni per corruzione.
Sono furibondo, mi sembra tutto assurdo, incredibile. È una storia che va raccontata per bene.

Comunque c’è l’appello.
I miei avvocati sono già al lavoro.

C’è stato complotto.
Non direi, non arrischio tanto.

Persecuzione, dai.
Diciamo accanimento. Del resto il centrodestra è stato bersaglio strutturale dell’azione delle procure, obiettivo permanente, soggetto propulsore dell’altrui attività censoria.

Ma com’è stato possibile che uno come lei…
Dunque: innocenti i dirigenti che avevano deciso, innocenti gli assessori che avevano condiviso, innocenti i funzionari che avevano deliberato e materialmente finanziato le somme per la Maugeri e il san Raffaele. Tutti innocenti. Un unico colpevole: Formigoni.

La sua caratura politica era tale, il dominio assoluto, la personalità così forte. Non per niente era il Celeste.
Ma il Celeste è un nomignolo affibiatomi dagli amici alleati di governo per via della giacca celeste.

La giacca celeste la ricordo benissimo.
E del fatto che il mio ufficio fosse al trentacinquesimo piano del Pirellone.

In linea d’aria un po’ più vicino a Dio rispetto al resto del mondo. Il Celeste condannato è un ossimoro. È contro il principio di gravità.
Devo ancora completare la lettura delle motivazioni della sentenza. La sostanza è che vengo condannato per aver finanziato benemerite istituzioni sanitarie, per aver dato accesso alle migliori cure la povera gente che ancora mi ferma per strada, in metrò.

E la gente che incontra come fa?
Spesso mi chiede: quando ritorna?

Ma lei si ricandiderà?
Questo non lo so, è dal 1975 che sono in politica e certo ascolterò gli amici sul da farsi. Finora ho sempre fatto così. Sempre con una messe di voti invidiabile. Davanti a fior di politici. Ricorda un certo Scalfaro? Io prima di lui. Ricorda un certo Martinazzoli? Io prima di lui.

I suoi occhi incrociano quelli dei lombardi. Scruta livore oppure ossequio? Amicizia oppure odio?
Alcuni se ne fregano, in tanti mi riconoscono, altri chiedono: ma lei è Formigoni?

E poi che succede?
Qualcuno ti stima, qualcuno se ne fotte, qualcuno ti dice pirla.

Pirla.
In politica ci sta.

Si è fatto corrompere da Daccò. Il faccendiere che sgancia al Celeste.
Ah ah, questa è davvero bella! Un’amicizia, una vacanza in regalo restituita con una bella cena. Sai che corruzione.

I suoi conti correnti zeppi di soldi ma immacolati, nessun movimento.
Falso, falsissimo. Lei sa che vivo in comunità, e sa che davo alla cassa comune una quantità di danaro significativa: tra i sessanta e i settantamila euro l’anno. Quei soldi erano per i bisogni minimi e più materiali.

Ma lei non aveva bisogno di un cappuccino al bar, un pranzo veloce a un fast food, un acquisto di una saponetta? I giudici non ricordano una sua operazione con la carta di credito. Tutto cash.
Ma che dice? Ma lo sa che Formigoni durante gli anni del suo governo della Lombardia girava come una trottola? Dieci milioni di abitanti, mai negato una risposta a una richiesta. Scrivevo io o facevo rispondere. E nella settimana non c’era giorno che non fossi invitato a pranzo, non c’era ora che non avessi qualcuno che mi offrisse il caffè. I giornali li trovavo in ufficio, la vettura era quella della questura perché soggetto sotto protezione. Quelle sere che riuscivo a stare a casa ero felicissimo.

Membro della casa della famiglia ciellina, i memores domini, dove si coltiva la dedizione totale a Dio.
Quelle poche volte cenavo da solo e poi – stravaccato – ascoltavo musica.

Allora è complotto.
Io non lo chiamo complotto.

Allora non è complotto.
Però qualcosa di incredibile è successo: come sia stato possibile condannarmi è un mistero, che diviene doppio se si pensa che tutti gli altri sono assolti.

E un altro mistero, questo dovuto alla fede, sta per inghiottirla. Papa Francesco vorrebbe tener fuori dalla casa di Cristo i corrotti. Si dice che sia pronto già il decreto. Ora converrà che il Celeste che non possa mettere piede in chiesa sarebbe un atto inaudito, andrebbe finanche contro le leggi della fisica.
Quale corruzione? In-no-cen-te. Sono innocente e sarà dimostrato chiarissimamente.

Forse gli avvocati hanno avuto qualche défaillance.
Hanno fatto un lavoro perfetto. Dovremo fare uno sforzo per convincere di più il giudice di appello.

Formigoni condannato.
Diciamoci la verità. Formigoni ha avuto successo in politica e ha esercitato il potere perché è forte e bravo.

Bravo.
Molto bravo. E forte, perché la mia capacità di lavoro, la mia dedizione, la fatica con la quale ogni giorno ho seguito gli affari pubblici è incontestabile. Tutti i lombardi vedevano che la luce nel mio ufficio non si spegneva prima di mezzanotte.

Speriamo bene.
Sicurissimo, innocentissimo. Buongiorno.

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