Avanti, il film. Niente cinema italiano, i diritti sono stati acquistati dalla Paramount, che intende produrre un kolossal della durata di sei ore con protagonista Leonardo Di Caprio, molto ingrassato per l’occasione. Per dare credibilità alla figura degli oppositori di Matteo Renzi, gli attori sono stati provinati nelle peggiori carceri americane, tra i serial killer cannibali dell’Oregon. Per le scene di massa si pensa a un reclutamento di comparse senza precedenti: ognuna avrà 80 euro, ma il cestino del pranzo sarà a sue spese (costa 82 euro). Per la parte di Bersani si pensa a Charlie Manson, che avrebbe un permesso speciale.
Avanti, la serie. Prevista in 176 puntate (ma è solo la prima stagione) avrà al centro dell’intreccio lo sforzo riformista di Matteo Renzi dall’inizio della sua carriera politica (a due anni propose di trasformare il seggiolone in un trono), al referendum del 4 dicembre. Chi ha letto la sceneggiatura descrive come molto toccante la scena nel giardino del Getsemani, quando la minoranza interna si avvicina a Renzi, lo bacia su una guancia e subito arrivano milioni di elettori che lo mandano a cagare. Farinetti fa un cameo in cui impersona Farinetti che fa un cameo e parla dell’ottimismo. Marchionne interpreta Marchionne, ma viste le numerose comparse vestite da operai ha voluto una controfigura.
Avanti, il videogioco. Si tratta di un vedeogame strategico a turni molto innovativo, infatti c’è solo il turno di Matteo Renzi e gli altri giocatori non giocano mai, ma applaudono forte. Molto efficace il sistema di alleanze in cui la scelta della strategia è praticamente infinita e si può fare fronte comune con Silvio, con Berlusconi, con il Cavaliere, con papi e con il padrone d Mediaset. Vince il giocatore che per primo abbatte a testate tutti gli elettori di sinistra rimasti o, in alternativa, che convince gli altri giocatori di essere Macron.
Avanti, il gioco da tavolo. Una specie di gioco dell’oca contaminato da Monopoli e Trivial Pursuit. Il concorrente con la pedina di Matteo Renzi può salvare banche, distribuire bonus a pioggia in cambio di diritti, insultare gli altri concorrenti, inventare giochi di parole cretini, mentire senza ritegno e altro ancora. Non mancano le insidie, per esempio la casella Franceschini (stai fermo un giro solo, tanto poi Franceschini si adegua) e la casella Referendum (stai fermo un giro, ti dimetti, fai le primarie e ti comporti come se non fosse successo niente). Vince chi arriva primo alla fine, a patto che si chiami Matteo Renzi, e legge un discorso scritto da Baricco in persona.
Avanti, il giallo. La speciale declinazione “noir” del libro di Matteo Renzi è stata affidata ai migliori esperti del settore: John Grisham si è occupato degli aspetti legali, Don Winslow dei dialoghi e delle scene d’azione (bella l’irruzione nella scuola quando si menano molto forte di docenti), Denis Verdini della parte etico-morale. Un po’ prevedibile il finale, perché come nel giallo classico di ambientazione tardo-vittoriana il colpevole è il maggiordomo, povero Orfini.