A guardarla otto mesi dopo, la vittoria del No al referendum costituzionale del 4 dicembre ha qualcosa di davvero miracoloso, se non altro per lo squilibrio delle forze in campo. Il comitato del No – insieme al comitato contro l’Italicum – ha reso pubbliche le cifre spese per la loro campagna politica. In tutto, nel 2016 sono stati investiti 335.234 euro. Buona parte della somma è stata destinata alla pubblicità (161.348 euro), tra radio (52mila), periodici (20mila), stazioni ferroviarie (39mila), Facebook (41mila) e altri social (7mila). Circa 18mila euro sono serviti per l’organizzazione degli eventi, 50mila per “collaborazioni varie”, 10mila per le spese generali e 31mila per altri servizi. Ogni centesimo speso è stato coperto grazie alle sottoscrizioni volontarie: i comitati hanno incassato 217.957 euro da adesioni, contributi e donazioni, 148.090 euro dalla campagna “Regala una Costituzione” e 10mila dall’iniziativa “Certificato di sana e robusta Costituzione”. In tutto sono stati raccolti 375.962 euro. Il Pd ne ha spesi 400mila solo per la consulenza del “guru” della Jim Messina, mentre l’intera campagna “Basta un Sì” al Nazareno è costata circa 14 milioni: oltre 40 volte la cifra spesa dai comitati per il No.
Il bilancio del referendum
Il comitato per il No ha speso 375mila euro, 40 volte meno del Pd
18 Luglio 2017