“Io l’avevo detto che non avrebbero mai fatto la legge sullo Ius soli. Hanno attaccato noi del M5S perché ci saremmo astenuti, ma i veri problemi ce li ha la maggioranza”. Camicia bianca e jeans, Alessandro Di Battista è seduto dentro Montecitorio. E parla, “di temi”.
Gentiloni si è fermato sulla legge per la cittadinanza. Ma i numeri per approvarla mancano perché il tema è impopolare?
Il Pd e i partiti ragionano solo in base al consenso.
Anche il Movimento tiene conto del consenso. E non a caso vi siete astenuti.
Abbiamo sempre detto che il tema della cittadinanza va risolto a livello europeo. Noi non prendiamo mai posizione in base alla convenienza, ma per cercare soluzioni. Altrimenti non avremmo rischiato l’impopolarità votando contro la legge anti-corruzione.
Lo stop allo Ius soli ha fatto arrabbiare la Chiesa. “Una vittoria dei prepotenti sui deboli” l’ha definito la Cei. Ce l’hanno anche con voi.
Il Vaticano è uno stato estero sovrano. Su diverse cose le nostre idee coincidono, su altre no. Ma noi siamo parlamentari della Repubblica italiana.
Tenere buoni rapporti con il Vaticano non serve anche a un M5S di governo?
Con noi al governo non ci sarà spazio per ingerenze. Anche se va detto che con Papa Francesco, il quale è pur sempre anche un uomo politico, l’ingerenza della Chiesa sulla politica è molto diminuita.
Tutta Europa pare fare muro ai migranti. A cominciare dal francese Macron.
Io mi chiedo cosa si sarebbe detto se a chiudere i porti fosse stata Marine Le Pen, con cui peraltro noi non abbiamo nulla a che fare. La si sarebbe definita razzista, xenofoba.
Ormai sono sulla linea dura, voi compresi.
Noi abbiamo posto e poniamo un problema di sicurezza. E per primi abbiamo sollevato il tema della trasparenza nelle Ong e nella cooperazione. Ci accusavano di essere razzisti, e ora riprendono le nostre soluzioni, come il codice per le organizzazioni. I numeri attuali delle migrazioni sono ingestibili, e bisogna intervenire: mettendo regole, ripartendo i migranti nei vari Paesi europei e aiutando gli stati africani sui loro territori.
Non vede il rischio che l’Europa e l’Italia scivolino verso l’intolleranza?
Questo rischio purtroppo c’è, perché il cittadino che è in difficoltà se la prende con chi sta accanto a lui. È il capolavoro del sistema, che mette gli uni contro gli altri. E per reagire bisogna innanzitutto rafforzare lo stato sociale. Dopodiché, il comportamento degli altri Paesi europei sull’immigrazione è in linea con gli accordi presi dal governo Renzi, che in cambio di un po’ di flessibilità ha barattato l’obbligo di prendere i migranti nei porti italiani. Lo ha detto Emma Bonino, e nessuno l’ha smentita.
L’Unione europea può ancora essere cambiata?
L’Europa non esiste, perché non ha mai garantito i diritti o fatto davvero politica. Se resta così verrà schiacciata da Cina, India e Stati Uniti. Finora l’unica cosa che ha fatto è l’euro, a cui io sono profondamente contrario.
Nelle ultime settimane voi però avete smussato la linea. Il referendum sull’euro ora per il M5S è solo l’extrema ratio.
Non c’è nessun cambio di posizione. Abbiamo sempre proposto il referendum consultivo, l’unico possibile. Quando un popolo si esprime, tu hai un mandato popolare più forte per farti rispettare.
Quindi il referendum sulla moneta unica va fatto?
Assolutamente sì.
Voi incontrate spesso le ambasciate straniere?
Quasi ogni settimana.
E cosa vi chiedono? Hanno paura che usciate dall’euro e di posizioni estremiste in politica estera?
I primi tempi volevano vedere se eravamo seri. Oggi dire che non siamo seri vorrebbe dire che non è seria la prima forza politica del Paese.
Quindi?
Quindi i nostri incontri sono sempre focalizzati sui temi. Di recente ho incontrato l’ambasciatrice francese, e abbiamo parlato di Europa, Libia e cooperazione. Sei mesi fa invece ho visto l’ambasciatrice tedesca, e alla fine le ho detto: “Visto che non siamo dei barbari?”.
Vi chiedono perché siete filo-Putin.
Mai successo.
E il presidente americano Trump com’è? Barbaro per davvero?
È troppo presto per esprimere un giudizio.
Gli Stati Uniti hanno chiesto all’Italia maggiore impegno sulle missioni militari.
Quando saremo al governo, l’Italia lascerà alcune missioni all’estero, come quella in Afghanistan, dove di fatto siamo in guerra, e che ci costa moltissimo. Mentre rimarremo in Libano, dove la nostra missione è fondamentale.
Di Battista, lei farà il ministro degli Esteri?
Io non cerco poltrone o incarichi.