Convocare di nuovo Mario Orfeo e Monica Maggioni in commissione di Vigilanza. Così da schivare l’audizione di Milena Gabanelli. Questo è l’escamotage pensato dal Pd per evitare di ascoltare la giornalista in Parlamento, un’audizione che potrebbe mettere in imbarazzo il dg della Rai e il Cda di Viale Mazzini. E infatti sarebbero proprio i vertici della tv di Stato ad aver fatto arrivare in Parlamento il suggerimento a soprassedere: meglio evitare di portare in una sede istituzionale un caso che sta imbarazzando non poco mamma Rai ed è diventato il primo vero problema per il nuovo direttore generale.
La proposta di ascoltare Gabanelli è stata lanciata mercoledì scorso dalla deputata grillina Dalila Nesci, ma è stata respinta al mittente dai dem Vinicio Peluffo e Michele Anzaldi. Il problema, però, è che su questo tema il Pd è isolato: tutte le altre forze politiche presenti in Vigilanza, infatti, chi più e chi meno, sono favorevoli all’audizione. Quindi, se si dovesse arrivare a un voto, il partito di Matteo Renzi potrebbe trovarsi in minoranza. Anche se poi, sulle convocazioni in commissione, al voto non si arriva quasi mai e si trova un accordo prima.
A lanciare la proposta, dicevamo, è stato l’M5S. “Dopo tutte le polemiche e la decisione di Gabanelli di autosospendersi dalla Rai, oltretutto con un duro atto d’accusa verso i vertici, pensiamo sia doveroso affrontare la questione in Vigilanza, ascoltando la parte in causa”, fanno sapere dal movimento grillino. Alla richiesta, però, il Pd oppone un secco rifiuto. “In commissione non si affrontano casi singoli, altrimenti in passato avremmo dovuto ascoltare i vari Giannini, Giletti, Perego… Si creerebbe un pericoloso precedente. Inoltre l’audizione rischierebbe di metterebbe in imbarazzo la stessa Gabanelli perché la esporrebbe a ogni genere di attacco o critica”, osserva Anzaldi. Secondo cui “l’unico modo che la Vigilanza ha per affrontare il caso alla luce delle ultime novità (l’auto sospensione della giornalista, ndr) è quello di riconvocare i vertici: il dg Orfeo e la presidente Maggioni”.
Il problema è che però, così, si ascolterebbe solo la metà della storia. “In Vigilanza in questi anni si è convocato di tutto e di più. Inoltre Gabanelli non è giornalista o conduttrice semplice, ma è vice direttore di testata (Rainews, ndr). Quindi i motivi di opposizione del Pd non stanno in piedi”, osserva Maurizio Lupi di Ap. Su questa linea ci sono un po’ tutti. “Io non stravedo per la giornalista, ma sono favorevole alla convocazione: è sempre meglio ascoltare le questioni direttamente dagli interessati”, afferma il leghista Jonny Crosio. “Gabanelli è l’ultima vittima del controllo renziano sulla Rai. Penso che sia dovere della Vigilanza ascoltare perché una professionista seria e capace come lei abbia deciso di mettersi in aspettativa”, sostiene Fabio Rampelli di Fdi. Anche Pino Pisicchio, in rappresentanza del gruppo misto (terzo “partito” per numeri a Montecitorio), è d’accordo. “Il caso ha suscitato un tale clamore che mi sembra utile sentire tutte le parti in causa”, dice il deputato pugliese.
E Forza Italia? Renato Brunetta è un po’ recalcitrante, ma favorevole. “A patto però che, oltre a lei, vengano convocati tutti gli altri giornalisti e conduttori messi da parte, a partire da Nicola Porro”, osserva il capogruppo forzista alla Camera. Che aggiunge: “Io nutro forti dubbi sulla serietà deontologica della signora Gabanelli. Ma non c’è dubbio che sul caso del progetto web abbia subìto una scorrettezza. La si convochi, ma senza farne una Giovanna d’Arco”, aggiunge Brunetta.
La questione verrà riproposta in Vigilanza mercoledì prossimo. Sara interessante vedere se il Pd continuerà a fare muro oppure se cederà alle pressioni della altre forze politiche. Con buona pace di Viale Mazzini.