Christophe ha 36 anni e 3 figli. Vive nella Sarthe (Ovest della Francia) con la moglie che lavora in un supermercato. Lei è fortunata, ha un contratto fisso e guadagna 1.300 euro netti al mese. Christophe, invece, è meno fortunato di lei. Ora sta lavorando in una società che stampa etichette per prodotti alimentari (tipo Coca-Cola), ma sono tutti contratti che durano solo qualche mese.
Negli ultimi cinque anni ha firmato undici contratti, tutti di brevissima durata: per sei mesi, tre, due. Bisogna essere molto sereni e ottimisti per vivere in questo stato d’incertezza. “Lavoro sempre, per non rinunciare a nessun lavoro. Negli ultimi cinque anni ho avuto un giorno e mezzo di vacanze. Ho lavorato sia il primo maggio che il 14 luglio”.
Un contratto fisso? “Lo vorrei solo per poter comprare una casa, le banche ci ridono in faccia quando andiamo a chiedere un prestito, ma sono loro che dovrebbero cambiare attitudine verso i lavoratori a contratto”.
In Francia l’86% dei nuovi contratti sono stipulati per un tempo determinato. E ora il presidente Emmanuel Macron vorrebbe rendere ancora più flessibile il mercato del lavoro, con licenziamenti più facili e contratti a progetto.